Consigli di lettura del tutto personali.
Marco Mancassola "Non saremo confusi per sempre" (Einaudi)
Un libro profondamente originale e toccante. Mancassola prende alcuni casi eclatanti della nostra cronaca recente (tra questi citiamo Eluana Englaro, Alfredino Rampi, Federico Aldovrandi...) e li trasforma in racconti nei quali la cronaca e la fiction letteraria si confondono sino a diventare qualcosa di nuovo e suggestivo. E' la storia del nostro paese riletta con gli occhi (con la sensibilità) della narrativa: Mancassola immagina vittime che si traformano in supereroi, fantasmi che vengono in soccorso di ragazzi pestati a morte, velieri sotterranei che accolgono a bordo bambini caduti in pozzi artesiani... E anche laddove la fantasia prende il sopravvento sulla realtà, al termine della lettura si ha l'impressione che mai prima d'ora queste tristi vicende di cronaca ci siano sembrate così vere, così umane, così vicine a noi.
Andrej Longo "Lu campo di girasoli" (Adelphi)
Un romanzo in un dialetto merdionale inventato. Alla prima pagina sembra pazzesco e difficile, alla terza ti sei abituato al ritmo e non riesci più a staccartene. Il romanzo intreccia tre vicende: una storia d'amore adolescenziale, una lotta di classe tra compaesani e una rapina rocambolesca. Il miglior libro di Andrej Longo (che già ne aveva scritti di riuscitissimi). Accettate la sfida linguistica: ne vale la pena.
Giorgio Scianna "Diciotto secondi prima dell'alba" (Einaudi)
Romanzo uscito più di anno fa ma passato (colpevolmente) sotto silenzio. Prende il titolo da una canzone dei Sigur Ros e ne conserva il carattere, apassionato e glaciale. Storia di un avvocato rampante la cui vita (integrata, benestante, di successo), viene sconvolta da un incontro casuale, con tragiche e imprevedibili conseguenze. Scritto con una lingua asciutta e perfetta che gli ho invidiato dalla riga uno, un romanzo che ha anche il pregio di raccontare benissimo Milano nei suoi scorci meno prevedibili, tangenziali incluse.
Gilberto Severini "Congedo ordinario" (Playground)
Un piccolo romanzo che alla sua prima uscita i lettori comuni hanno poco notato ma che per decine di scrittori è diventato un libro di culto assoluto. Ora esce in una nuova ristampa nell'anno in cui il suo autore è stato a un passo dall'entrare nella cinquina dello Strega (quanto impiegherà l'Italia a capire che Gilberto Severini è uno dei nostri più grandi autori?). "Congedo ordinario" è il ritratto di un professore di provincia omosessuale, colto e anticonformista, raccontato da un giornalista in occasione del suo funerale. Di ordinario in questo libro c'è solo l'aggettivo nel titolo. Il resto è una meraviglia.
Vincenzo Latronico "La cospirazione delle colombe" (Bompiani)
Due studenti di economia alla Bocconi le cui vite non potrebbero essere più diverse: da un lato Alfredo, un figlio di papà, veneto, arrogante, ansioso del successo imprenditoriale che gli è destinato, dall'altro Donka, un immigrato albanese, studioso, coscienzioso, coi piedi per terra e consapevole degli sforzi che gli costerà la carriera. Per quanto antitetici i due diventeranno nel tempo amici, complici, rivali e rispettiva nemesi. Un romanzo dallo stile assai poco italiano che ricorda quasi Bret Easton Ellis, scritto da un autore appena ventisettenne. Con le sue quasi 400 pagine può candidarsi a libro da ombrellone ma assai poco mainstream.
Concludo con due volumi che hanno poco di estivo, ma che mi fa piacere segnalare:
Gianni Celati: "Cinema all'aperto" (Fandango) & "Conversazioni del vento volatore" (Quodlibet)
Gianni Celati è un grandissimo narratore, un lucido pensatore e un regista atipico. Fandango da qualche mese ha pubblicato un dvd che raccoglie i suoi ultimi tre film (nel cofanetto "Cinema all'aperto", accompagnato da un volume di critiche e testimonianze). Si tratta di documentari assai poco convenzionali. Le riprese sembrano sempre amatoriali, i segnali tecnici (azione!, stop!) vengono lasciati nel montaggio, le interviste si svolgono all'aperto con passanti e biciclette che sfilano incuranti davanti alla macchina da presa. Eppure, proprio per questo, assumono un carattere di onestà ed essenzialità unici. Basti citare il film dedicato al grande fotografo emiliano Luigi Ghirri, un ritratto affettuoso e ruspante come il saluto di un vecchio amico.
Quodlibet invece raccoglie in volume ("Conversazioni del vento volatore") articoli, saggi e scritti vari che Celati ha prodotto in questi anni sui temi più disparati, dalla letteratura, all'arte, alle esperienze personali. Una sorta di zibaldone contemporaneo dedicato agli ammiratori di questo autore. La biografia in terza di copertina, redatta da Celati stesso, è già una chicca che varrebbe la pena di studiare nelle scuole di scrittura.
Leggerei quello di Latronico se non fosse stato così scostante e snob ad una mostra. E' che spesso, un autore, se lo conosci non ti ispira più. Come diceva il giovane Holden "Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. "
RispondiEliminaSpesso gli autori si dimentica di chi li legge. Non è certo il tuo caso :-)
Ale
hai ragione. l'ho visto due anni fa al festivaletteratura di mn e... che palle!!! quest'anno è gra quello che NON andrò a vedere.
RispondiEliminag.
acc...se li avessi letti solo ieri! sto partendo. vabbe' mi porto daniele del giudice.
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RispondiEliminaChi se ne importa se Latronico è sbob! Cosa non vera, tra l'altro...Ho letto il suo libro e mi è piaciuto molto. Lo consiglio.
RispondiEliminaciao! io vorrei dire che, un pò per caso, "generations of love" è diventato la mia lettura estiva!... DAVVERO bello.. complimenti.
RispondiEliminaPS. devo ammettere che trovare quella bellissima canzone di giuni russo all'inizio del libro è stato il motivo che mi ha spinto ad avvicinarmici. per fortuna ho seguito l' istinto :)
Quello di Marco sarà il mio prossimo acquisto :)
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