Una delle mie personali fisse, da anni, è lo stato della stazione metropolitana di Milano Centrale. La porta d’ingresso della città per centinaia di migliaia di visitatori annui è conciata peggio di una stazione periferica da Terzo Mondo: impalcature da lavori in corso, neon preistorici, pavimentazione in gomma sbrindellata, vicoli ciechi, olezzo di fogna e via dicendo. Facendo un paragone con un’altra fermata (qualsiasi) della rete urbana mi è sempre sembrata la peggiore, e questo sin da quando ero ragazzino. Di recente sono stati fatti lavori di rimodernamento dell’altra stazione, quella ferroviaria: pavimentazione in marmo, scale mobili e camminamenti elettrici, spazi commerciali, biglietterie tradizionali e biglietterie automatiche. Tutto nuovo, tutto bello. Il che però rende ancora più traumatico il passaggio da una all’altra: basta spostarsi dalla superficie al sotterraneo per abbandonare lo sfarzo e trovarsi nello scenario di un thriller ambientato in periferia di Bucarest. Uno shock per il turista, immagino. A tutta evidenza però, se da decenni nessuna amministrazione comunale si è posta il problema, deve essere solo una mia distorta visione della realtà.
Ora però c’è un altro aspetto che mi affascina e riguarda le indicazioni segnaletiche. Se vi capita, vi invito a fare un esperimento. Uscendo dai tornelli della metropolitana, seguite il percorso indicato per raggiungere i treni: vi porterà a una piccola scala mobile che conduce a un breve corridoio a desta e a sinistra del quale si estendono due lunghi camminamenti elettrici che riemergono in superficie, in corrispondenza alle due massicce entrate laterali della stazione ferroviaria. Giunti a questo punto vi troverete due enormi scalinate in marmo che salgono verso il piano successivo, quello dove partono i treni, e un corridoio centrale. Un cartello in cima al corridoio indica: “Biglietterie - Ticket counters”. Immaginatevi di essere un turista che, come spesso capita, è già in possesso del biglietto (anche perché probabilmente starà tornando verso casa). A quel punto cosa pensereste? Quello che, inevitabilmente, pensano quasi tutti: che il corridoio conduca solo alle biglietterie e che per prendere il treno sia necessario salire quelle scale. Quindi, magari pieni di bagagli, affrontereste la salita. L’esperimento che vi invito a fare è di mettervi in quella posizione e osservare quanti turisti (ma anche signore anziane, famiglie, ragazzi con gli zaini, mamme con bambini al collo) si imbarcano di malavoglia lungo la scalinata. Sono centinaia.
In realtà, percorrendo pochi metri all’interno del corridoio, c’è un secondo cartello, giallo, di grandi dimensioni e completamente invisibile dall’ingresso che riporta l’indicazione “Ai treni - To trains”. All’ignaro turista sarebbe bastato percorre cinque metri per scoprire gli scorrimenti elettrici che avrebbero portato lui e i suoi bagagli comodamente fino al piano delle partenze.
Quello che io mi chiedo è: chi ha deciso di mettere il cartello in quella posizione insensata? Come si è potuta approvare questa scelta? Inoltre, chi è il genio che ha deliberato di fare due cartelli separati per indicare Biglietterie e Treni, sebbene fossero nella stessa direzione? Perché a nessuno viene in mente di controllare a cosa è dovuto quel flusso assurdo di viaggiatori che decide di farsi le scale a piedi anche quando è più carico di un portantino, ignorando le pratiche scale mobili?
Ma soprattutto, perché io mi metto a osservare queste cose invece di farmi i fatti miei?
(Grazie Georges Perec, belle abitudini che mi hai inoculato).
Potrei sottoscrivere questo post parola per parola.
RispondiEliminaMai capito perché la stazione MM di Centrale sia così squallida e maltenuta, quando dovrebbe essere quella più curata.
Non è la tua distorta visione della realtà ;)
Davide
Concordo con quello che scrivi, ma la situazione della cartellonistica della stazione milanese mi ricorda tante altre situazioni sparse per l'Italia: non sono mai riuscita a capire perché in questo paese le indicazioni per qualsiasi cosa siano fatte male o addirittura assenti.
RispondiEliminaComunque ricordo com'era la stazione pochi anni fa, e per quanto tempo è rimasta in quella situazione di degrado - altro mistero su come molti turisti dopo aver visto ciò siano ritornati a visitare questa città.
Ci va bene così. Il nostro Paese è la nostra mente labirintica e viviamo inorgogliendoci delle scorciatoie.
RispondiEliminaQueste cose si studiano, si progettano e si organizzano. A me è capitato di far osservare che tutte la cartellonistica del posto dove lavoro è sistematicamente ignorata dagli utenti e mi è stato risposto che è colpa di chi non legge non di chi mette i cartelli.
È inutile, l'unica cosa è cercare di essere disponibili e affidarsi alla provvidenza e non al buon senso.