mercoledì 16 settembre 2015

LA PAROLA AI LIBRAI: 2 - ALDO ADDIS (SASSARI)


  • Cosa ti ha spinto ad aprire una libreria?
L'ho ereditata da mio padre. Sono tra gli ormai pochi fortunati che svolgono il mestiere dei genitori. La libreria è nata nel 1974, io avevo 7 anni. Dalla morte di mio padre, nel 1991, ho rilevato io l'attività. Avendo sempre sognato di poterlo fare….

  • Come pensi sia cambiato il lavoro del libraio negli ultimi 10 anni?
Secondo me, pur tra mille diversità(l'enorme aumento del numero di pubblicazioni, l'informatizzazione, l'avvento del digitale, la crisi economica che per la prima volta ha investito anche il mondo editoriale, il modificarsi delle abitudini di lettura) il mestiere di libraio era e resterà sempre quello di mettere in relazione chi scrive e pubblica libri con chi li legge. Proprio oggi che si parla di disintermediazione, che qualcuno paventa un mondo del libro in cui ci sarà solo chi scrive e chi legge, penso che siano ancora più necessari i mestieri del libro. Ed in particolare la figura del libraio, come quella del bibliotecario, avranno sempre più un ruolo nel promuovere bene i libri e gli autori che valgono, distinguendoli da tutto ciò che sta emergendo soprattutto col fenomeno del self publishing e dell'editoria a pagamento, dove non c'è alcun filtro da parte di un editore, nessuna professionalità che garantisca la qualità del libro.

  • So che è impossibile, ma se dovessi identificare un tuo cliente standard più o meno come lo descriveresti?
Ogni libreria ha un target diverso. Da noi il cliente tipo è il lettore forte, molto preparato anche sui cataloghi e aggiornato sulle ultime uscite. Questo determina la necessità per noi di essere all'altezza sempre, e dunque di aggiornarci e leggere continuamente libri e recensioni. ma è un grande vantaggio: ascoltare i consigli di lettori così bravi è un arricchimento per tutti noi, tanto che spesso li "sfruttiamo" con gli altri clienti.

  • Qual è la soddisfazione maggiore che ti da il tuo lavoro?
Per quel che riguarda la professione del libraio, resta il riconoscimento da parte della comunità in cui vivo, del ruolo imprescindibile che svolgiamo, quello di promotori culturali, oltre che di commercianti. E come presidente di Lìberos la soddisfazione migliore la provo quando mi rendo conto che portare autori e occasioni di incontro in tanti paesi e città che normalmente non hanno queste opportunità, produce risultati in termini di crescita culturale e sociale, e ne sono prova i dati sulla lettura in Sardegna che, al contrario del resto d'Italia, sono in aumento. Come direttore della Scuola Librai Italiani, invece, la soddisfazione migliore è quella di dare l'opportunità a tanti giovani di svolgere il nostro mestiere, in un momento difficile e complicato: grazie ad un'adeguata formazione il mestiere di libraio continuerà ad essere fondamentale nel mondo editoriale.

  • Cos’è che ti fa davvero cascare le braccia?
Due cose soprattutto: la prima è l'incapacità della nostra classe dirigente di portare avanti politiche serie di promozione culturale. Spesso per assoluta ignoranza del fatto che in realtà investire in cultura fa crescere un territorio sia dal punto di vista sociale che economico. E recenti studi affermano che c'è una stretta dipendenza tra benessere, salute, e partecipazione culturale. Con tutto ciò che ne consegue.
La seconda cosa che non sopporto è relativa al nostro mondo: c'è ancora qualcuno che pensa di potersi salvare da solo, che l'insuccesso o il fallimento dell'altro possa portare benefici a se stesso. E' impossibile che si possa uscire da questa crisi se non si mettono insieme energie e risorse. Il mondo del libro ha le capacità, le intelligenze, le risorse e le persone per farlo. Insieme.
   
  • Il ricordo più bello della tua esperienza da libraio?
L'ultimo: il 3 luglio abbiamo consegnato gli attestati agli allievi della Scuola Librai: tra di loro c'era mio figlio. 

  • Pensi che la presenza della tua libreria apporti un miglioramento al tuo quartiere/ alla tua città? Perché?
Se non lo pensassi cambierei mestiere. Sono convinto che il vero valore di un libraio sta proprio nella sua capacità di incidere sulla crescita culturale, sociale ed economica della comunità in cui opera

  • Cosa può dare in più una libreria indipendente che i negozi delle grandi catene non possono dare?
Non farei distinzioni di formule, né tantomeno di insegne: la differenza tra le librerie la fanno i librai che ci stanno dentro.

  • Ti capita di contribuire, nel tuo piccolo, al successo di qualche libro?
Assolutamente sì. Ci sono autori e libri che oggi sono famosissimi, ma che all'inizio hanno avuto bisogno del nostro consiglio per generare quel passaparola tra i lettori che a tutt'oggi resta la vera chiave del successo di autori e libri. Molti scrittori sardi che oggi sono letti e apprezzati anche all’estero, devono una parte del loro successo al rapporto privilegiato che si è instaurato con noi librai. 

  • Cosa ti spinge ad andare avanti in questa attività?
Chiamala vocazione, passione, ma anche malattia: non saprei pensare ad un'attività più gratificante per me. E' quello che ho sempre voluto fare, e non ho cambiato idea...


Aldo Addis
Libreria Koinè
via Roma 137
Sassari

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