venerdì 14 gennaio 2011

ECCE EGO

Il 18 gennaio sarà finalmente nei negozi "Ecce homo", il nuovo album degli Egokid. Tempo fa mi hanno chiesto di scrivere un testo da inserire nella loro cartella stampa. Ecco cosa ho scritto:

Capita ogni tanto di sentire un album e pensare che si tratti di un disco importante. Capita invece assai di rado di ascoltare un album e considerarlo "necessario". A mio avviso "Ecce homo" degli Egokid lo è.

Sono tanti i motivi. Per cominciare però direi perché l'Italia stessa ha bisogno di un disco così. Per quello che rappresenta, per come suona e per le parole che dice.

Partiamo dai testi. Potenti, onesti (e dunque sfrontati), consapevoli. Gli Egokid sanno cosa dicono e come vogliono dirlo. "Ecce homo" è una raccolta di canzoni che ritrae le paure e le povere ideologie dell'uomo qualunque, un cittadino che demonizza gli extracomunitari, sogna di fare "la bella vita" a base di cocaina, ma poi sposare una brava ragazza in chiesa, a perfetto paradigma di una classe politica che marcia per i valori della famiglia di giorno e la sera incontra le escort minorenni; racconta struggenti dichiarazioni d'amore di un uomo verso un altro uomo, concentrandosi solo sulla forza maestosa del sentimento, dimostrando di aver già superato anche le istanze militanti dei contenuti gay (un fenomeno di cui si hanno esempi in letteratura nei romanzi etichettati come 'post-gay' e di cui questo disco rappresenta l'unico esempio italiano in ambito musicale); si lancia contro istituzioni cattoliche (affrontando temi che i testi dei loro più cattivi colleghi, che vestono i panni dei maudit del rock, non hanno il coraggio nemmeno di sfiorare) con un'ironia abrasiva e liberatoria ("Amore mio non perderti... E non andare a Rimini, in quella setta, al Meeting"). Non è poco. Non lo è affatto in questo paese.

E poi la musica. In "Ecce homo" sono presenti le influenze musicali del nostro passato musicale migliore: l'eredità dei cantautori in brani come "Credo" e "Una vita", le sonorità pop di "Parabole", che riportano alla mente il periodo d'oro dei Matia Bazar, le struggenti melodie delle canzoni sentimentali di pezzi quali "Sirene" e "Non mi hai fatto male" che potrebbero essere tratte da un virtuale repertorio anni '70 di Mina o Patty Pravo, il sound della new wave in chiave italica ripresa con cura quasi filologica in "Non si uccidono così anche i cavalli" (impreziosita dalla scelta di una collaborazione colta e raffinata, un duetto con Fausto Rossi, l'indimenticato Faust'O, epigono e riferimento imprescindibile per quel periodo musicale). Il tutto però filtrato da una sensibilità profondamente contemporanea per produrre un album che è etichettabile come indie-rock.

Anche da un punto di vista della fruizione mi sembra ricco di potenzialità: "Ragazze e ragazzi", intelligente cover/rilettura di "Girls and boys" dei Blur, è una killer-track radiofonica; "L'uomo qualunque" è destinata a diventare un anthem dal vivo (col suo irresistibile ritornello: "Noi non abbiamo i soldi, non abbiamo i soldi per comprare la coca e fare la bella vita!", perfetto da cantare in coro), la delicata ballad "Come un eroe della Marvel" potrebbe diventare un hit da adolescenti; "Parabole", con la sua struttura perfetta da canzone pop di tre minuti, ma dal testo carico di inaspettata analogie bibliche, è pronta a lasciate spiazzato l'ascoltatore; infine, "Sirene", forse il punto più alto della raccolta, con quel suo appassionato falsetto al termine di ogni ritornello, pronta a sciogliere il cuore anche dell'ascoltatore più coriaceo.

Mi sembra in conclusione che "Ecce homo" sia un album che può dividere, può piacere o non piacere, può esaltare o irritare, come è giusto che sia per un'opera con tali caratteristiche, ma la cui intrinseca qualità difficilmente verrà messa in discussione. Anche per questo è uno di quei rari dischi di cui abbiamo disperatamente bisogno.

Ora giudicate voi stessi. Sul sito rock.it per alcuni giorni è possibile ascoltare in streaming l'album integrale. Basta cliccare qui.

Inoltre trovate il brano "Come un eroe della Marvel" all'interno della compilation gratuita "Rockit Vol.25". Si tratta di una struggente ballata d'amore dal testo giocato tutto su analogie coi supereroi marveliani. Qualcuno ha già avuto occasione di sentirla in versione piano e voce durante il tour di "Bugiardi e incoscienti". Qui la ritrova nella versione definitiva.

1 commento:

  1. Appena c'è stata la possibilità di ascoltarlo su Rockol mi sono precipitato: ero curiosissimo anche spinto dal promo con la cover di Boys And Girls. E sono rimasto veramente soddisfatto.

    I testi sono i migliori di sempre; ironicamente veritieri come in L'Uomo Qualunque, Con Stile, ma soprattutto Una Vita: quei pensieri passano in testa a chiunque ad un incontro di lavoro con il personale (femminile) delle risorse umane!

    Sono rimasto colpito per il coraggio di affrontare un tema "anti-religioso" come in Credo. Penso che mai nessuno si sia messo a farne un'analisi così semplice ma attenta. Il solito buonismo imperante.

    Mi è piaciuto poi che, come in Milioni, abbiano continuato a "sperimentare" la vena cantautoriale italiana con cose come Come Un Eroe Della Marvel (genialmente nerd!), Sirene (anche questo perfettamente Minano) ma soprattutto Non Mi Hai Fatto Male che trovo sia il pezzo più bello di questo album. Insieme a Parabole, il cui ritornello trovo sia magnifico, anche questo da cantare in coro!

    L'adattamento del testo di Ragazzi + Ragazze l'ho trovato veramente ottimo, non ha snaturato la melodia, il senso, anzi l'ha arricchita (sostituire la Grecia delle vacanze originali con la Turchia è una genialata!)

    Sono tanto concento di ascoltare gli Egokid! :)

    RispondiElimina