martedì 9 luglio 2013

LA FIDUCIA NEL PROSSIMO (DI POSTO)


Un fenomeno che mi piace molto osservare è la solidarietà che si crea fra sconosciuti in biblioteca. L’atto di fiducia che si mostra più di frequente riguarda le proprietà informatiche. Qualcuno che si alza per andare a fare una telefonata, prendere un caffè, sgranchirsi le gambe, fumare una sigaretta, quindi si volta verso il proprio vicino di posto e chiede: - Mi puoi dare un’occhiata al computer? -. E’ una richiesta fondata sulla fiducia dettata dalla semplice prossimità: non mi fido dei restanti occupanti sconosciuti che mi circondando, ma mi fido di te vicino di sedia altrettanto sconosciuto. Come a dire, noi che abbiamo condiviso quest’ultima ora (o due) seduti accanto non possiamo tradirci, no? E’ un meccanismo illogico. Eppure succede di continuo e, immancabilmente, funziona. Io stesso lo sperimento: esco tranquillo a prendere una bottiglietta d’acqua al distributore nell’atrio, sul laptop da 1100 euro che contiene tutto il mio lavoro degli ultimi due anni c’è il mio vicino, estraneo e affidabilissimo, che vigila per me.


4 commenti:

  1. Splendida fiducia che ribalta ogni pronostico di estinzione anticipata della razza umana.
    ciao

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  2. Verissimo!
    E funziona anche con i vicini di ombrellone :)
    Manuela CM

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  3. Concordo. Sarà che uno si sente responsabilizzato (in un qualche modo)

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  4. La stessa cosa mi succede in treno. Cosa succede se proprio il tuo vicino scende prima che esci dal bagno? Ottimo inizio per un romanzo, forse noir? Penso che non ci sia una spiegazione a questo tipo di comportamento che, alla fine, di tanto in tanto, tutti noi adottiamo. Comunque potersi fidare dell'altro e' un'ottima cosa!Leggere questo post mi fa credere che ci si puo' ancora fidare...non ci hai detto se hai trovato il laptop al tuo ritorno dalla macchinetta pero'... :-)

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