sabato 27 dicembre 2014

“COME LEGGONO GLI SCRITTORI” (1)

Da alcune settimane sul blog della rivista americana "The believer è in corso un’indagine sulle abitudini di lettura degli scrittori curata dalla poetessa Elisa Gabbert. L’autrice ha dato vita a questa iniziativa perché periodicamente è affetta da “blocco della lettura”, ossia dall’incapacità totale di leggere. Ha quindi voluto indagare quali fossero le metodologie di lettura dei suoi colleghi, per vedere se condividessero o meno questo tipo di inibizioni. 
Prendendo in esempio il modello, ho deciso di porre le stesse domande a un gruppo di scrittori italiani. Nei prossimi giorni pubblicherò le risposte di coloro che vorranno rispondermi. Intanto, per dare il buon esempio, comincio io.


1 - Tutti soffrono del “blocco dello scrittore” prima o poi, ma ti è mai capitato il “blocco del lettore”? Se accade come ti comporti? Ti “abbassi” leggere qualcosa di più “leggero” o non leggi affatto?
Mai capitato. Certo, ci sono periodi in cui sono un lettore vorace e altri in cui sono meno compulsivo, ma non credo mi sia mai successo di arrivare a smettere del tutto. 

2 - Che genere leggi di più (narrativa, saggistica, poesia)? Di solito leggi libri del genere che tu stesso scrivi? In cosa è differente la tua esperienza di lettura quando leggi qualcosa al di fuori del genere che scrivi?
Per la maggior parte leggo narrativa. Sulla saggistica tendo a essere specifico (leggo molto di musica, per esempio). Non leggo poesia.  
Quando leggo qualcosa di affine a quello che scrivo credo di essere più ricettivo da un punto di vista autorale: non solo apprezzo la scrittura, ma sono attento alle soluzioni narrative, alla struttura del romanzo, al tipo di dialoghi. Leggo con occhio più tecnico. Quando invece leggo qualcosa di molto distante da me mi lascio trasportare più liberamente (anche se è più difficile il coinvolgimento emotivo, magari). 

3 - Dove leggi di solito? A letto? In treno?
Ovunque. A letto non molto perché tendo ad addormentarmi, mentre quando viaggio leggo sempre. Mi è inconcepibile partire per una qualsiasi destinazione senza avere uno o più libri con me. Leggere in treno durante un lungo viaggio è uno dei piaceri della vita, per quanto mi riguarda. 

4 - Leggi mai per “piacere proibito”?
Certo: autobiografie di soubrette televisive, romanzetti simil-porno, i testi commentati degli ABBA... Solo che nel mio caso non sono mai un piacere proibito, me ne vanto. 

5 - Leggi narrativa per ragazzi (Young Adult)? Leggi narrativa di genere?
Poca narrativa per ragazzi, e solo nel caso qualcuno mi segnali libri interessanti. Leggo abbastanza gialli, nulla di sentimentale o rosa (niente zuccheri, cannella, chocolat o aquiloni, per intenderci) e poca fantascienza. Nei primi anni ’90 avevo avuto una passione per il cyberpunk, poi defunta insieme al genere stesso. 

6 - Tendi a leggere libri più brevi o lunghi?
Non faccio una particolare distinzione in base alla lunghezza del libro. L’unica differenza casomai sta nel fatto che se sono a metà di un libro di 140 pagine e non mi convince del tutto tendo comunque a finirlo; se sono a pagina 80 e me ne mancano ancora 500 lo mollo lì. 

7 - Quando finisci un libro quanto aspetti prima di cominciarne un altro?
Non mi sono mai posto il problema di dover aspettare fra una lettura e un’altra.

8 - Leggi più libri contemporaneamente?
Sempre e da sempre.

9 - Leggi con una matita in mano (cioè, prendi appunti a margine delle pagine o da qualche parte)? È importante se lo stai leggendo per recensirlo?
Ho matite sparse per casa (e in borsa) per questo scopo. Rarissimamente prendo appunti, più spesso sottolineo. Diciamo che ci sono libri che chiamano l’uso della matita, mi suscitano il bisogno di sottolineare certi passaggi che in futuro avrei bisogno di ritrovare. Una volta tendevo a sottolineare le belle frasi, quelle che mi colpivano per la stesura, oggi invece sottolineo i concetti, le idee narrative. 
C’è poi una cosa che faccio con tutti i libri di racconti che leggo (e certe riviste di narrativa): metto delle X accanto ai titoli dei racconti che mi sono piaciuti di più. Ho una mia scala di valori: X - interessante, XX - bello, XXX - ottimo, XXXX - capolavoro. (L’ultimo racconto a essersi guadagnato un XXXX è “Ricucire le tigri” di Aimee Bender dalla raccolta “La maestra dei colori”). 

10 - Se scrivi recensioni/sei un critico leggi il volume più volte prima di sottoporre la recensione? Cominci a scriverla prima di aver finito il libro?
Non rileggo mai un libro, perlomeno non interamente. Quando scrivo una recensione vado a ricontrollare certi passaggi, ma non sono un critico, quindi scrivo recensioni più emotive, basate sulla passione per ciò che leggo. A volte mi capita di iniziare a scriverne in fase di lettura, ma di solito, e ovviamente, ne scrivo solo dopo averlo terminato e assimilato.

11 - Come decidi cosa leggere dopo? Tieni conto del fattore diversità quando scegli che libro leggere? (es. cerchi di non leggere solo libri scritti da maschi bianchi?)
Sì, la diversità è un fattore importante. Leggendo più libri nello stesso momento mi aiuta molto il fatto che siano differenti fra loro. Per dire, non leggerei mai un romanzo di Jonathan Franzen in contemporanea con uno di Michael Chabon o di Donna Tartt, invece mi può capitare di leggere un romanzo di un autore italiano, una raccolta di short-stories americana, la biografia di un cantante, un saggio sulla scrittura creativa o un graphic-novel: sono sapori del tutto distinti che mi piace alternare a seconda del momento. 

12 - Quanto è importante per te leggere i libri che sembra che tutti stiano leggendo (il primo in classifica, il vincitore dell’ultimo premio, ecc.)? Leggi libri recenti o più spesso libri vecchi?
Leggo moltissime novità, ma per interesse personale, non per risultati nelle vendite. Ho molta curiosità verso gli esordienti, ne leggo numerosi e a volte fra loro ci sono anche futuri autori di best-seller, ma appunto io li intercetto prima del fenomeno (Paolo Giordano mi ha detto che sono stato il primo in assoluto a recensire sul mio blog “La solitudine dei numeri primi”, settimane prima che esplodesse). Poche volte mi sono sentito spinto alla lettura sulla base dell’eco mediatica di un libro. Mi è successo col “Codice Da Vinci” per esempio e l’ho trovato agghiacciante. 
Mi capita lo stesso anche col cinema: ci sono film famosissimi che non solo non ho mai visto, ma non mi frega niente vedere neanche nelle continue repliche tv. (Adoro gli occhi sgranati della gente quando mi chiede: “Non hai mai visto Flashdance?!?”)

13 - Cosa stai leggendo in questo momento? Qual è il tuo libro preferito fra quelli che hai letto ultimamente?
Sto leggendo un saggio di Douglas Coupland sulle industrie Alcatel-Lucent, il romanzo di Fabio Deotto “Condominio R39” e l’ultimo numero della rivista letteraria “McSweeney’s”. 

Il mio libro preferito degli ultimi cinque anni è “Il tempo è un bastardo” di Jennifer Egan, che probabilmente è anche uno dei preferiti della vita. 


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