Anni fa ero su un autobus che stavo leggendo quando mi si è avvicinata una donna e mi ha chiesto, senza preamboli: - Mi scusi, possiamo scambiare numero di telefono? -.
Sorpreso dalla domanda, non ho saputo fare altro che chiederle: - E perché? -
- Perché vorrei frequentare gente interessante e l’ho vista che stava leggendo un libro e, niente, ho pensato che lei fosse una persona intelligente -.
Mentre la donna parlava l’ho osservata meglio e mi sono reso conto che non doveva essere completamente in sé. Aveva i capelli scarmigliati, gli abiti leggermente fuori posto (una giacchetta con metà del collo piegato verso l’interno, come se se la fosse infilata di fretta, senza darsi un’occhiata), si esprimeva con una strana lentezza, forse era sotto l’effetto di qualche medicina.
Imbarazzato, ho detto: - Mi scusi, ma non credo sia il caso -.
A quelle parole la donna ha modificato subito espressione. Come se si fosse improvvisamente dimenticata di me, come se non esistessi già più, ha spostato lo sguardo verso l’interno dell’autobus e si è allontanata per andare a sedersi in un posto libero. Non sembrava ferita, o umiliata, dall’episodio. Sembrava proprio che l’avesse cancellato all’istante e ora guardava davanti a sé tranquilla.
Ho provato a riprendere la lettura. Non ce l’ho fatta.
All’epoca lavoravo in un’agenzia pubblicitaria e avevo raccontato l’episodio alla mia collega di scrivania. Il giorno dopo avevamo un impegno di lavoro fuori ufficio. In pausa pranzo siamo andati in una trattoria scelta per caso nei dintorni. Seduta a un tavolo, da sola, c’era la donna dell’autobus che pranzava. In una città grande come Milano è rarissimo incontrare per caso lo stesso sconosciuto nel giro di ventiquattrore in luoghi così distanti. Io ero davvero esterrefatto dalla circostanza, tuttavia quando i nostri sguardi si sono incrociati ho avuto la certezza che io l’avessi riconosciuta, ma lei no.
se fosse capitato a me, mi sarei messo a pensare ad ogni genere di congettura possibile: dall'investigatrice privata alla stalker... dall'ingegnere sociale alla serial killer...
RispondiEliminaalla fine sarei sicuramente emigrato in brasile.
cosa che probabilmente farò comunque...