Questo episodio è avvenuto una quindicina di anni fa.
Stavo attendendo un autobus che non arrivava. La banchina era affollata di gente in attesa, infastidita dal ritardo. Quando finalmente il mezzo è giunto alla fermata era carico di passeggeri. Il momento della discesa e della salita dei viaggiatori è stato caotico, con spintoni, lamenti, grida e imprecazioni. Sballottato io stesso qua e là, mi sono trovato davanti a un imprevisto posto libero e l’ho subito occupato. Per isolarmi dal tumulto che mi circondava, ho estratto un libro dalla borsa e ho cominciato a leggere. Pochi secondi dopo ho sentito una voce che diceva: - Uh, anch’io adoro leggere. Cosa sta leggendo? -
Ho alzato gli occhi dalla pagina e ho ho visto che la domanda proveniva dalla signora anziana seduta di fronte a me, sui 70 anni, capelli bianchi sotto una cuffietta, golfino azzurro, aria da nonnina ideale.
Il volume che avevo fra le mani era un’antologia di giovani autori americani in lingua, mi sembrava complicato da spiegarle, così ho riassunto arbitrariamente in: - Un libro di racconti -.
- A me piacciono tantissimo anche i racconti. Io leggo di tutto. E’ uno dei pochi piaceri che ho dalla vita, perché, sa, io sono stata molto sfortunata - e, senza che io le dessi il minimo cenno di essere interessato, la signora si è lanciata in un resoconto sommario delle sue disavventure: figlia maggiore di una famiglia povera, composta da madre vedova e sorella minore, ai tempi della guerra aveva conosciuto un uomo che si era innamorato di lei, non ricambiato. Il pretendente non piaceva affatto perché era molto più vecchio, non bello e senza interessi culturali, ma era direttore di banca, un posto solido e di assoluto prestigio per l’epoca, sposarlo avrebbe significato regalare stabilità al resto della sua famiglia, quindi si è sacrificata e l’ha fatto.
La donna parlava a un volume molto alto (forse aveva problemi d’udito, considerata l’età) e avevo l’impressione che l’intero autobus stesse assistendo alle sue confessioni. Lei però non dava cenno di preoccuparsene e continuava a rivelare ulteriori dettagli sulla sua sfortuna: il marito, dopo il matrimonio, si era rivelato genericamente “incapace di compiere i propri doveri” e mentre lei si avviava a subire una vita da infelice, la sorella aveva incontrato un ragazzo giovane e bello e, grazie alla nuova agiatezza, aveva potuto sposarlo liberamente. E a quanto pare, né la madre, né la sorella le avevano mai dimostrato la gratitudine che lei pensava di meritare per l’enorme sacrificio che aveva fatto per loro.
Al termine di questo lungo monologo, la signora mi ha guardato fissa e ha concluso: - Non so se ha capito, ma io non ho mai provato un orgasmo in vita mia! -.
A quel punto io ero praticamente morto dall’imbarazzo e l’intero autobus di stava soffocando di risatine trattenute (chi più, chi meno). Però devo dire che la gioiosa frontatezza della signora mi aveva sorpreso e, visto che ormai la faccia me l’ero giocata, me ne sono infischiato degli astanti e ho cominciato a farle delle domande sul suo passato. Lei non aspettava altro e mi ha fornito un sacco di dettagli.
Giunto alla mia fermata, le ho detto che mi auguravo sinceramente di raggiungere la sua età con la stessa vitalità. Lei ha risposto che ero “un giovane molto simpatico”. Mentre scendevo dall’autobus tutti mi guardavano come se fossi il protagonista di qualcosa e, in effetti, lo ero stato.
Tutto materiale che può sempre servire per lavori futuri. A proposito quanto ci fai attendere per il tuo nuovo libro?
RispondiEliminaQuesta bizzarra storia ha un che di commovente... grazie per avercela raccontata!
RispondiEliminaQuanta vitalità, signora mia!
RispondiEliminaBello. Grazie!
ps. grazie doppio. Ho appena letto "Fermati tanto così". Sei forte.
Oddio.. Caspita la signora.. Aveva bisogno di parlare eh..
RispondiEliminaMi accodo a Macsi :)
RispondiEliminaCerto che te ne capitavan delle belle!