sabato 26 settembre 2015

LA PAROLA AI LIBRAI: 6 - FABRIZIO PIAZZA (PALERMO)


Cosa ti ha spinto ad aprire una libreria?
La libreria non l'ho aperta io, ma i due titolari Salvo e Marcella, con i quali ho fatto conoscenza durante il mio stage da Marcos y Marcos al Salone del Libro di Torino del 1997. Il 20 giugno a Palermo si inaugurò Modusvivendi, io arrivai ad agosto per dare una mano temporaneamente, e alla fine ci sono rimasto per 18 anni, fino a oggi.

Come pensi sia cambiato il lavoro del libraio negli ultimi 10 anni?
Completamente trasformato, rivoluzionato, stravolto. Una volta erano i lettori che venivano a cercarti, il giovedì non facevi in tempo ad aprire i colli delle novità Messaggerie che già il giorno prima chiedevano questo o quel titolo, e il giorno dell'uscita non riuscivi nemmeno a registrarli al computer. Adesso è il libraio che deve andare a scovare potenziali lettori/lettrici. E come farlo? Qui risiede la creatività che rende ogni giorno più difficile ma più bella questa professione.

So che è impossibile, ma se dovessi identificare un tuo cliente standard più o meno come lo descriveresti?
Non esiste un cliente standard, perché non esiste una persona uguale all'altra. Quando devo consigliare un libro, cerco di capire sempre chi ho davanti, spesso chiedendo quali sono i suoi libri preferiti e regolandomi di conseguenza. Anche se non sempre è facile, cerco di non imporre i miei gusti. Naturalmente se si ama un libro è più facile condividerlo, farlo apprezzare ad altri. L'obiettivo è instaurare un rapporto di fiducia in modo che alle prossime visite la domanda sia: "e adesso cosa mi fai leggere?"

Qual è la soddisfazione maggiore che ti da il tuo lavoro?
Sapere che ci sono persone che si fidano a occhi chiusi, che scelgono la tua libreria anche se a meno di un chilometro c'è chi pratica lo sconto selvaggio. Far parte di una rete che non si riduce alle quattro mura della libreria, ma che comprende un modo di fare cultura che è l'unica ormai praticabile, quella dell'apertura al territorio.

Cos’è che ti fa davvero cascare le braccia?
La richiesta di sconto, come se fosse ormai assodato che il libro debba essere svenduto. Amazon e la grande distribuzione hanno reso cronico un vizio determinato dalla mancanza di una legge che regoli in maniera chiara la filiera editoriale. La legge Levi è stato solo un primo passo ma adesso ci vorrebbe un intervento più deciso e risolutivo, sul modello francese.

La cosa più assurda che ti ha chiesto un cliente
In pole position due richieste: "Vendete anche libri?" e "Ma i libri normali dove li tenete?". Quest'ultima in realtà mi inorgoglisce, perché spesso in libreria diamo spazio e vetrine a titoli che non stanno nelle classifiche nazionali perché sostenuti dal marketing dei grandi gruppi editoriali.

Il ricordo più bello della tua esperienza da libraio?
Sono tanti ma ne voglio citare due, uno recente e l'altro molto lontano nel tempo: la presentazione dell'ultimo romanzo di Miriam Toews "I miei piccoli dispiaceri" (Marcos y Marcos) che abbiamo contribuito a lanciare in tutta Italia con una serie di iniziative sui nostri social. E la scoperta di un autore come Paolo Nori quando esordì con Fernandel con un romanzo che si chiamava "Le cose non sono le cose". Autore e editore in quei mesi continuavano a chiedersi come mai da Palermo continuassero ad arrivare richieste di questo romanzo in cui faceva la sua comparsa per la prima volta l'eteronimo di Learco Ferrari.

Pensi che la presenza della tua libreria apporti un miglioramento al tuo quartiere/ alla tua città? Perché?
Su questo non ci sono dubbi. Senza librerie, e senza librerie indipendenti in particolare, le città diventano tutte uguali, un unico grande centro commerciale dove le peculiarità spariscono. Siamo un baluardo di resistenza urbana e culturale.

Cosa può dare in più una libreria indipendente che i negozi delle grandi catene non possono dare?
Un aspetto decisivo, che probabilmente sarà quello che salverà molte librerie dalla chiusura. Mi riferisco alla forza aggregante dei libri. Cito solo il nostro Modusclub, un circolo di lettura che ogni mese riunisce in un luogo diverso 50/60 persone a discutere di uno stesso libro, in luoghi diversi della città. A fine agosto abbiamo discusso di Carrère nel bellissimo Bed & Book di Marco Mondino e Alice Vitiello. E nell'appuntamento di inizio novembre saremo in un posto unico in città, la casa museo Stanze al Genio di Pio Mellina. Un appartamento che ha al suo interno una straordinaria collezione di quasi 3000 maioliche datate tra Cinquecento e Novecento. I libri così vengono sdoganati ed entrano a far parte di un più grande tessuto culturale.

Cosa ti spinge ad andare avanti in questa attività?
L’entusiasmo del primo giorno. La convinzione che i libri ci rendano persone migliori.

Libreria Modusvivendi
Via Quintino Sella 79
Palermo

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