giovedì 7 marzo 2013

BELLI PER FORZA


Uno dei miei libri italiani d’esordio preferito è un romanzo uscito nel 2008, si intitolava “Le mie cose” e l’aveva pubblicato la casa editrice torinese Instar. Si trattava di un libro pieno di idee sbalorditive e parlava di un futuro prossimo nel quale i giornali femminili uscivano in edicola in concomitanza col ciclo mestruale, i defunti non venivano sepolti ma caramellati, gli ingorghi stradali si risolvevano mediante una lotteria che stabiliva quali vetture potessero essere prelevate e liberate, i nomi dei figli erano presi dal catalogo Ikea... Un tripudio di invenzioni narrative.
A cinque anni di distanza il suo autore, Marco Lazzarotto, torna finalmente in libreria con il secondo romanzo e sono felice di annunciare che è pubblicato da Indiana. Dopo il successo di Eleonora C. Caruso col suo fortunato e amatissimo “Comunque vada non importa”, un altro giovane autore italiano entra a far parte della nostra squadra editoriale.
Il nuovo romanzo di Lazzarotto si intitola “Il ministero della bellezza” e (poteva essere diversamente?) è ancora una volta pieno di trovate geniali. Non voglio anticiparvi nulla, ma solo raccontare lo spunto di partenza: il governo italiano è nelle mani di un potentissimo ministro della bellezza che impone canoni estetici rigorosi a tutti i cittadini. Solo chi è davvero bello può occupare cariche pubbliche e professionali, può andare a fare shopping, può permettersi di vivere in centro. Gli altri sono progressivamente ostracizzati e costretti a nascondersi ai margini delle periferie. Un problema che investe il giovane scrittore Matteo Labrozzo, talentuoso ma non bello, in procinto di consegnare il suo secondo romanzo. Come farà a convincere l’editore a pubblicarlo? Come potrà promuoverlo in tv o negli incontri in libreria? E come potrà continuare a gestire la relazione con la sua ragazza, decisamente molto carina e avviata a una carriera di successo?
Un romanzo divertente e provocatorio, quasi uno specchio deformante della società che ci circonda. Un libro carico di surreale sensibilità, che sembra il frutto dell’innesto improbabile fra Stefano Benni e Douglas Coupland, e che per molti lettori sarà, sono certo, una rivelazione. 
Ah, e il fatto che l’autore si chiami Marco Lazzarotto (nome che ricorda pericolosamente quello del protagonista), che pubblica ora il secondo romanzo, e che si intimidisca persino a fare le foto per la stampa, vi fa sospettare che questo libro sia anche di un atto di profonda autoironia? Ma no, cosa andate a pensare...


4 commenti:

Anonimo ha detto...

uauu!
ordino subito!

Eireen ha detto...

In effetti, dopo avere letto questa recensione, non si può non avere urgenza di leggere anche il romanzo!

Eireen ha detto...

Lo sto leggendo e devo dire che sono impressionata dalla qualità della scrittura e dalle invenzioni geniali di Labrozzo...ops...Lazzarotto. Ad esempio, l'intera scena della Sagra dello Squaquariello rimarrá nel mio cuore a lungo: divertentissima e pure un po' surreale.

Anonimo ha detto...

Letto. Una delizia...