mercoledì 6 agosto 2014

COSA LEGGO QUEST’ESTATE? STRANIERI!

Per non fare torto alla letteratura mondiale, che come tutti sapete è molto suscettibile sui miei giudizi, ecco anche alcuni consigli di lettura di narrativa internazionale.


AIMEE BENDER - La maestra dei colori (minimum fa)
Traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan

Aimee Bender è un talento unico nel panorama della narrativa americana contemporanea. Autrice di storie surreali e immaginifiche, destinate a lasciare spesso sbalordito il lettore per la loro inventiva, ha firmato due romanzi di successo, ma è decisamente nella misura breve del racconto che rivela tutta la sua maestria. Quest’ultima raccolta ne è un eloquente esempio. Per quanto mi riguarda, ritengo che “Ricucire le tigri”, contenuto in questa antologia sia, a partire dal titolo, il più bel racconto che abbia letto negli ultimi dieci anni. 



Édouard Louis - Il caso Eddy Belleguele (Bompiani)
Traduzione di Alberto Cristofori

Un romanzo non sull’omosessualità ma sull’effeminatezza. Esordio letterario del giovane Louis, caso editoriale in Francia con oltre 200.000 copie vendute, il libro è la storia (fortemente autobiografica) di un ragazzino nato e cresciuto in un contesto rurale dominato dall’ignoranza e la violenza, nel quale gli stereotipi assurgono al livello di dogmi e un bambino incapace di mostrare nella voce e nei gesti la stessa virilità dei suoi compagni è destinato a ogni tipo di violenza e sopruso, a cominciare dalla propria famiglia. Romanzo feroce e toccante, la cui pagina finale è lo schiaffo definitivo per il lettore. 


DONNA TARTT - Il cardellino (Rizzoli)
Traduzione di Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai

Grazie al cazzo, diranno i miei amorevoli lettori: consigliare un premio Pulitzer che è nella classifica dei best-seller da settimane. Bravo B. Bianchi, così siamo capaci tutti. 
Vero, però lasciatemi fare alcune osservazioni. 
Primo, che un romanzo di 900 e rotti pagine se non lo leggi in estate è ben difficile trovare un altro momento per farlo.
Secondo, che “Il cardellino” rappresenta quella rara e miracolosa combinazione di qualità letteraria in grado di soddisfare il lettore forte e trama appassionante in grado di esaltare anche la signora Pina della portineria. Il classico libro che puoi consigliare quasi a chiunque andando sul sicuro.
Terzo, che la Tartt pubblica un romanzo a decennio e questa sua stitichezza editoriale comunque è già un elemento che la rende interessante e atipica.
Quarto, che questo è al momento il migliore esempio sul mercato per sostenere la supremazia pratica dell’ebook rispetto al corrispettivo cartaceo. Non c’è paragone fra portarsi in vacanza un leggero ereader e l’equivalente di un mattone, in termini di peso e dimensioni. E lasciatevelo dire da chi ha scelto di viaggiare col mattone.


JOE BRAINARD - Mi ricordo (Lindau)
Traduzione di Thais Siciliano

Su Joe Brainard e sul suo seminale “Mi ricordo” ho già parlato innumerevoli volte. Se torno a farlo qui è solo perché questo libro è stato finalmente tradotto nel nostro paese ben quarant’anni dopo la sua pubblicazione originale negli Stati Uniti. A questa uscita ho dedicato una dettagliata recensione apparsa qualche settimana fa su Linkiesta e vi rimando a quella per i dettagli. In questa sede mi limito a dire che “Mi ricordo” di Brainard è un capolavoro assoluto e non dovrebbe mancare nella libreria di nessuno. Punto. 

DULCIS IN FUNDO

E dopo i consigli italiani e stranieri, se volete anche una cosina del sottoscritto da leggervi, perfettamente a tema con il periodo estivo, vi ricordo l’ebook che ho pubblicato alcuni mesi fa edito dal Corriere della sera. Si intitola “Sfondi scrivania” ed è la storia di una programmatrice informatica che per sfuggire al successo che l’ha travolta si rifugia in un paradiso tropicale. Lo trovate qui




Buone vacanze!

martedì 5 agosto 2014

COSA LEGGO QUEST'ESTATE? ITALIANI!

Ecco un po’ di suggerimenti di letture estive. Non ho scelto delle novità ma alcune delle cose più interessanti uscite negli ultimi mesi. E tutte rigorosamente italiane. 
Buone letture.



Giorgio Fontana - MORTE DI UN UOMO FELICE (Sellerio)

Sul terrorismo e gli anni di piombo si è detto e scritto tanto, ma a mio avviso pochi sono riusciti a rendere lo spirito plumbeo e la complessità di quegli anni come Giorgio Fontana in questo suo ultimo romanzo. 
Il protagonista, Giorgio Colnaghi, è un magistrato quarantenne che indaga su un gruppo armato responsabile di un attentato nel quale è rimasto vittima un deputato democristiano. Siamo a Milano, nel 1981. Colnaghi crede fermamente nella giustizia e nel suo operato, e tuttavia non può fare a meno di interrogarsi: perché questi ragazzi, che hanno origini proletarie come lui e professano di combattere contro il sistema, scelgono la violenza? Cosa pensano di ottenere uccidendo? Perché non può esistere un dialogo? Mentre l’inchiesta avanza il magistrato cerca di trovare risposte a questi dubbi, confidandosi con gli amici, confrontandosi coi colleghi, interrogando gli stessi terroristi. 
Il padre di Colnaghi era un operaio morto in un’azione partigiana quando lui era bambino. La sua ricerca di giustizia è anche un modo per ripercorrere le orme paterne, per cercare di ritrovare nella concretezza delle proprie azioni e nella forza delle proprie convinzioni il rapporto con quel padre che ha così tanto amato senza quasi mai conoscerlo.  
Sin dai suoi esordi Fontana si era rivelato un autore di talento. In questo libro, bellissimo,  raggiunge la sua piena maturità. 



Massimiliano Virgilio - ARREDO CASA E POI M’IMPICCO (Rizzoli)

Dotato di una delle copertine più originali che un romanzo recente possa vantare (la sovracoperta sembra una pagina di un catalogo Ikea), questo libro divertente e a tratti quasi cinico del napoletano Virgilio racconta un’ossessione tutta italiana: quella di “mettere su casa”, il mattone inteso come rifugio e traguardo, come tappa fondamentale nel percorso di maturazione individuale. Ma quello che valeva per per le generazioni precedenti non vale più per quelle attuali, vittime del precariato e dell’incertezza sociale più assoluta: anzi, aprire un mutuo può trasformarsi in un’angosciosa condanna. Michele, il protagonista trentenne di questo romanzo, è uno scrittore di scarso successo, sempre in attesa di versamenti mai effettuati da case editrici, riviste e siti con cui collabora, che trova un’imprevista fonte di reddito in un regista porno tardivamente ritornato alla fede cattolica che lo ingaggia come sceneggiatore. L’ansia di Michele è quella di stare al passo con le rate del mutuo e tutta la sua esistenza (relazioni sentimentali, amicizie, lavoro, rapporto coi genitori) ruota su questo. 
Un libro tragicamente divertente.



Quit The Doner - “QUITIALY” (Indiana editore)

Se bazzicate riviste e quotidiani on line avrete già sentito nominare Quit The Doner, pseudonimo dietro il quale si cela uno dei giornalisti indipendenti più arguti del panorama italiano. I suoi reportage per “Vice” o “Linkiesta” gli sono valsi elogi e bufere in egual misura: ha ottenuto sia il premio per il migliore articolo dell’anno sia la vibrante scomunica di Beppe Grillo in persona per un articolo che faceva a pezzi l’intero impianto del Movimento 5 stelle. Se non sapete chi sia, è venuto il momento di porre rimedio. 
Questo volume raccoglie i pezzi più significativi che Quit ha scritto negli ultimi anni e rappresentano una fotografia nitida e comunque allucinata del paese in cui viviamo. L’autore si è infiltrato nelle manifestazioni più disparate: dai convegni dei venditori di Herbalife ai raduni nazionali degli alpini, dal Lucca Comics al FuoriSalone di Milano, dagli aperitivi in spiaggia nel Salento ai mercatini di Natale di Bolzano, dai raduni dei complottisti ai festival musicali  dei fricchettoni. Ha intervistato sia il pubblico partecipante che gli organizzatori. Ha registrato reazioni, esaltazioni e contestazioni. E poi ne ha scritto. 
I meriti principali di Quit The Doner a mio avviso sono due: la capacità di fornire sempre un inquadramento storico o quantomeno sociale serio del fenomeno che sta analizzando e una lingua vivacissima, ricca di analogie spiazzanti e di battute irresistibili (provate a leggere l’articolo sugli alpini e non scoppiare a ridere di continuo, se ci riuscite).
Se anche siete il tipo di persona che non legge saggistica, fate un’eccezione per questo libro. Lo merita.



Michele Masneri - ADDIO, MONTI (minimum fax)

Trama: un amico e un’amica al supermercato una domenica pomeriggio di ritorno dal mare chiacchierano fra di loro mentre fanno la spesa. Fine.
Tutto qui? Sì, giuro, tutto qui. Eppure l’esiguità del plot non vi tragga in inganno: si tratta di un romanzo ultradenso di storie e soprattutto di cattiveria. Nel dialogo fra gli amici è contenuto il ritratto spietato di una Roma iperborghese e cafonissima, che si muove fra aperitivi su terrazze e vernissage esclusivissimi (a cui vanno tutti), cene in palazzi di principesse e fughe nelle case di Capocotta, weekend a Cortina e marchette ai festival letterari. Il gotha del cafonal, tenuto insieme da una rete di pettegolezzi e convenienze incontrollabili. 
Il titolo (occhio alla virgola) non è una citazione manzoniana ma il riferimento all’omonimo quartiere romano, simbolo della gentrificazione e della speculazione edilizia più sfrenata.
Quanto allo stile, l’autore ha praticamente compiuto un’operazione di mimesi linguistica, immergendosi fino all’osso nell’arbasinismo più puro e riprendendone ritmo, andamento e struttura per adattarli ai giorni nostri (operazione ancora più curiosa da compiersi con autore vivente e attivissimo).
Un romanzo fastidioso (per il mondo che tratteggia) ma che è difficile smettere.



Giorgio Scianna - QUALCOSA C’INVENTEREMO (Einaudi)

Ci sono autori che in Italia meriterebbero più considerazione e Giorgio Scianna è certamente uno di loro. Dotato di uno stile limpidissimo, che rende la lettura accessibile a chiunque senza tuttavia essere mai banale, Scianna dimostra in questo terzo romanzo di essere anche un ottimo conoscitore della psicologia adolescenziale. Il libro racconta di due fratelli rimasti orfani e affidati alla tutela di uno zio che vive a Pavia, ma che per il momento continuano a vivere (soli) nell’appartamento di famiglia a Milano per completare l’anno scolastico. Due ragazzini che cercano con coraggio e dignità di superare la tragedia e che devono comunque fare i conti anche con le piccole sfide che la loro età comporta. E basta poco per mettersi nei guai quando si è così fragili e confusi.

Un romanzo mosso da una costante tensione sotterranea, con un protagonista (il fratello maggiore) profondamente autentico e credibile.