martedì 17 aprile 2012

WEB SCRITTURE 2.0


Perché, diciamocelo, uno lo fa a istinto, ma mica lo sa se va bene o no.
Tipo: aprire un blog, gestirlo nel modo giusto. O il senso preciso di Pinterest. 
In questi giorni, navigando in giro, ho trovato tre articoli che mi sono parsi particolarmente interessanti e ve li ripropongo.

Il primo è un saggio di Rob Beschizza, uno degli editor di Boing Boing (il blog più letto al mondo) ed è un discorso che ha tenuto al Washington & Jefferson College su “Come usare un blog”. Pieno di spunti e indicazioni utili. (In inglese)

Il secondo è una “Guida in cinque punti su come usare Tumblr” della giornalista Rachel Fershleiser, semplice ed efficace. (In inglese)

Infine un ottimo saggio del giornalista italiano Fabio Deotto che illustra i  motivi del successo esponenziale ottenuto da Pinterest nel giro di poche settimane. Si intitola: “Ecco perché non saremo tutti editori”. 

Poi non dite che non vi penso.


sabato 14 aprile 2012

HANNO INCISO L'UOMO RAGNO


Sarà che da sempre ho una passione per le cover, e più strane sono meglio è. Paul Weller in versione rap giapponese? Ce l’ho. Carla Bruni che interpreta David Bowie acustico? Ce l’ho. I Kraftwerk in versione salsa? Ce l’ho. Cover heavy metal degli Abba? Pure. Insomma, una vasta collezione, sia fisica che digitale, in continua espansione. (Un giorno condividerò delle chicche, appena scopro il modo migliore per farlo). 
Sarà per questo, dicevo, che proprio non capisco il clamore (relativo) che ha scatenato su blog e siti musicali la pubblicazione di “Con due deca”, la compilation di cover degli 883 da parte di diverse band del panorama indie italiano, prodotta e distribuita gratuitamente questa settimana da rock.it.
Si sono levati gli scudi: fan indignati all’idea che i loro beniamini si prestassero a rifare le canzoni di Max Pezzali, scrittori preoccupati di rivalutazioni storiche e culturali, puristi dell’indie disgustati dall’accostamento tra pop di massa e musica d’elité, commenti sprezzanti sullo stesso sito che ha lanciato l’operazione... In pratica, tutti scontenti. 
Io proprio non capisco. Da cultore delle cover, so bene che il senso dell’operazione sta tutto nel lavoro di chi rifà il pezzo. Inventare un nuovo arrangiamento, dare una veste inedita, modificare ritmi e melodie, aggiungere o variare il testo: ogni brano diventa un banco di prova per la creatività dell’artista. Il valore culturale o musicale dall’originale di partenza è del tutto ininfluente. 
Personalmente accoglierei con entusiasmo un cover project dedicato ai Nirvana quanto uno dedicato a Ivana Spagna. Certo, il tributo a Cobain sarebbe assai più scontato di quello alla tremenda Spagna, ma fremerei di curiosità per entrambi.
Non sono mai stato un fan degli 883, direi piuttosto che mi hanno sempre lasciato indifferente. Tuttavia non riesco a vedere in questo album di riletture alcun pericolo di revisionismo culturale. Il pubblico è meno cretino di quanto lo si dipinge. Non sarà un tributo a rendere Max Pezzali improvvisamente un maitre à penser. Gli 883 sono e resteranno un gruppo adolescenziale da radio in spiaggia, con buona pace di tutti. Invece trasformare “Hanno ucciso l’uomo ragno” in una ballata country (Numero 6), “Una canzone d’amore” in un pop-song vintage alla francese (Casa del mirto), “La regina del Celebrità” in versione electropop con testo gay al maschile (Egokid), “La regola dell’amico” in un rap interamente modificato (“La regola di D’Amico” di Dargen D’Amico) o “Nessun rimpianto” in un elegiaco canto gregoriano (Dimartino), sono operazioni quantomeno divertenti da scoprire. 



venerdì 13 aprile 2012

SOCIALISMO (E BARBARIE)

Ah, non so se ve l'avevo comunicato prima, ma da un po' di tempo (come tutti) anch'io sono su Twitter e su Pinterest.
Mi trovate su Twitter @matteobbianchi e su Pinterest qui.



giovedì 5 aprile 2012

LA RICETTA DELLA FELICITA’

Siamo felici, almeno un po’, tutti i giorni? Quanto dura la felicità? E’ quantificabile, è misurabile, anche quando si tratta di piccole gioie quotidiane? 
Partendo da queste domande qualche anno fa un mio amico, lo scrittore Valerio Millefoglie, ha stilato una tabella e, inventandosi “Dottore”, ha cominciato a distribuirla in giro a conoscenti e (soprattutto) a sconosciuti. I soggetti reclutati dovevano segnare sulla griglia quante volte nel corso di una giornata potevano considerarsi felici, quanto durava la sensazione e a da cosa era provocava. Tutto era valido: poteva trattarsi anche di pochi secondi e di motivi futili, come un buon caffè o il sorriso di un collega in ufficio. L’importante era segnarli.  I soggetti presi in esame erano dei più disparati: l’anziana vedova, il musicista rock, le ragazzine adolescenti, un gruppo di extracomunitari, i fedeli di una comunità di preghiera... Un’umanità varia, che poteva rappresentare un campionario umano significativo. 
Valerio utilizzava queste tabelle nei suoi reading. In seguito a un doloroso evento privato (la morte del padre),  ha deciso di riprenderle in esame e di provare a scriverne, nel tentativo di ritrovare per se stesso un po’ di felicità attraverso la felicità degli altri.
Oggi questo materiale è diventato un libro: “L’attimo in cui siamo felici” (Einaudi Stile Libero). La definizione di romanzo che campeggia in copertina è approssimativa: il testo in effetti è qualcosa di indefinibile, l’incrocio fra un memoir, un saggio, un esperimento scientifico, una sperimentazione letteraria.  Post-post-post-modernismo. 
Certamente una delle cose più originali e toccanti che vi capiterà di leggere quest’anno.  



martedì 3 aprile 2012

THE MAGNETIC PARIS


La mitologica rivista letteraria The Paris review sta pubblicando a puntate sul proprio blog una serie di dispacci dal tour dei Magnetic Fields, che sta presentando dal vivo il nuovo, bellissimo album “Love at the bottom of the sea”. Il reportage a puntate è firmato da Emma Straub che, oltre a essere una scrittrice e una libraia newyorchese, da dieci anni lavora col gruppo in qualità di venditrice del merchandising in un banchetto durante i concerti. Trovate le prime due puntate qui e qui
In effetti questa Straub fa un sacco di cose: insieme al marito, Michael Fusco, gestisce anche la piccola compagnia di design grafico M+E, che ha curato la copertina dell’album, che vedete qui sotto. 



E questo è il video di “Andrew in drag”, il trascinante primo singolo estratto. 



lunedì 2 aprile 2012

RAI LETTERATURA

Il portale sulla letteratura di RAI Educational settimana scorsa mi ha intervistato via Skype per parlare di questo blog, del rapporto coi lettori e con la scrittura. La connessione wi-fi non era un granché (e quindi ogni tanto la mia faccia rimane freezzata in espressioni assurde), ma questo lo rende anche più divertente. Trovate l'intervista qui.