martedì 5 agosto 2014

COSA LEGGO QUEST'ESTATE? ITALIANI!

Ecco un po’ di suggerimenti di letture estive. Non ho scelto delle novità ma alcune delle cose più interessanti uscite negli ultimi mesi. E tutte rigorosamente italiane. 
Buone letture.



Giorgio Fontana - MORTE DI UN UOMO FELICE (Sellerio)

Sul terrorismo e gli anni di piombo si è detto e scritto tanto, ma a mio avviso pochi sono riusciti a rendere lo spirito plumbeo e la complessità di quegli anni come Giorgio Fontana in questo suo ultimo romanzo. 
Il protagonista, Giorgio Colnaghi, è un magistrato quarantenne che indaga su un gruppo armato responsabile di un attentato nel quale è rimasto vittima un deputato democristiano. Siamo a Milano, nel 1981. Colnaghi crede fermamente nella giustizia e nel suo operato, e tuttavia non può fare a meno di interrogarsi: perché questi ragazzi, che hanno origini proletarie come lui e professano di combattere contro il sistema, scelgono la violenza? Cosa pensano di ottenere uccidendo? Perché non può esistere un dialogo? Mentre l’inchiesta avanza il magistrato cerca di trovare risposte a questi dubbi, confidandosi con gli amici, confrontandosi coi colleghi, interrogando gli stessi terroristi. 
Il padre di Colnaghi era un operaio morto in un’azione partigiana quando lui era bambino. La sua ricerca di giustizia è anche un modo per ripercorrere le orme paterne, per cercare di ritrovare nella concretezza delle proprie azioni e nella forza delle proprie convinzioni il rapporto con quel padre che ha così tanto amato senza quasi mai conoscerlo.  
Sin dai suoi esordi Fontana si era rivelato un autore di talento. In questo libro, bellissimo,  raggiunge la sua piena maturità. 



Massimiliano Virgilio - ARREDO CASA E POI M’IMPICCO (Rizzoli)

Dotato di una delle copertine più originali che un romanzo recente possa vantare (la sovracoperta sembra una pagina di un catalogo Ikea), questo libro divertente e a tratti quasi cinico del napoletano Virgilio racconta un’ossessione tutta italiana: quella di “mettere su casa”, il mattone inteso come rifugio e traguardo, come tappa fondamentale nel percorso di maturazione individuale. Ma quello che valeva per per le generazioni precedenti non vale più per quelle attuali, vittime del precariato e dell’incertezza sociale più assoluta: anzi, aprire un mutuo può trasformarsi in un’angosciosa condanna. Michele, il protagonista trentenne di questo romanzo, è uno scrittore di scarso successo, sempre in attesa di versamenti mai effettuati da case editrici, riviste e siti con cui collabora, che trova un’imprevista fonte di reddito in un regista porno tardivamente ritornato alla fede cattolica che lo ingaggia come sceneggiatore. L’ansia di Michele è quella di stare al passo con le rate del mutuo e tutta la sua esistenza (relazioni sentimentali, amicizie, lavoro, rapporto coi genitori) ruota su questo. 
Un libro tragicamente divertente.



Quit The Doner - “QUITIALY” (Indiana editore)

Se bazzicate riviste e quotidiani on line avrete già sentito nominare Quit The Doner, pseudonimo dietro il quale si cela uno dei giornalisti indipendenti più arguti del panorama italiano. I suoi reportage per “Vice” o “Linkiesta” gli sono valsi elogi e bufere in egual misura: ha ottenuto sia il premio per il migliore articolo dell’anno sia la vibrante scomunica di Beppe Grillo in persona per un articolo che faceva a pezzi l’intero impianto del Movimento 5 stelle. Se non sapete chi sia, è venuto il momento di porre rimedio. 
Questo volume raccoglie i pezzi più significativi che Quit ha scritto negli ultimi anni e rappresentano una fotografia nitida e comunque allucinata del paese in cui viviamo. L’autore si è infiltrato nelle manifestazioni più disparate: dai convegni dei venditori di Herbalife ai raduni nazionali degli alpini, dal Lucca Comics al FuoriSalone di Milano, dagli aperitivi in spiaggia nel Salento ai mercatini di Natale di Bolzano, dai raduni dei complottisti ai festival musicali  dei fricchettoni. Ha intervistato sia il pubblico partecipante che gli organizzatori. Ha registrato reazioni, esaltazioni e contestazioni. E poi ne ha scritto. 
I meriti principali di Quit The Doner a mio avviso sono due: la capacità di fornire sempre un inquadramento storico o quantomeno sociale serio del fenomeno che sta analizzando e una lingua vivacissima, ricca di analogie spiazzanti e di battute irresistibili (provate a leggere l’articolo sugli alpini e non scoppiare a ridere di continuo, se ci riuscite).
Se anche siete il tipo di persona che non legge saggistica, fate un’eccezione per questo libro. Lo merita.



Michele Masneri - ADDIO, MONTI (minimum fax)

Trama: un amico e un’amica al supermercato una domenica pomeriggio di ritorno dal mare chiacchierano fra di loro mentre fanno la spesa. Fine.
Tutto qui? Sì, giuro, tutto qui. Eppure l’esiguità del plot non vi tragga in inganno: si tratta di un romanzo ultradenso di storie e soprattutto di cattiveria. Nel dialogo fra gli amici è contenuto il ritratto spietato di una Roma iperborghese e cafonissima, che si muove fra aperitivi su terrazze e vernissage esclusivissimi (a cui vanno tutti), cene in palazzi di principesse e fughe nelle case di Capocotta, weekend a Cortina e marchette ai festival letterari. Il gotha del cafonal, tenuto insieme da una rete di pettegolezzi e convenienze incontrollabili. 
Il titolo (occhio alla virgola) non è una citazione manzoniana ma il riferimento all’omonimo quartiere romano, simbolo della gentrificazione e della speculazione edilizia più sfrenata.
Quanto allo stile, l’autore ha praticamente compiuto un’operazione di mimesi linguistica, immergendosi fino all’osso nell’arbasinismo più puro e riprendendone ritmo, andamento e struttura per adattarli ai giorni nostri (operazione ancora più curiosa da compiersi con autore vivente e attivissimo).
Un romanzo fastidioso (per il mondo che tratteggia) ma che è difficile smettere.



Giorgio Scianna - QUALCOSA C’INVENTEREMO (Einaudi)

Ci sono autori che in Italia meriterebbero più considerazione e Giorgio Scianna è certamente uno di loro. Dotato di uno stile limpidissimo, che rende la lettura accessibile a chiunque senza tuttavia essere mai banale, Scianna dimostra in questo terzo romanzo di essere anche un ottimo conoscitore della psicologia adolescenziale. Il libro racconta di due fratelli rimasti orfani e affidati alla tutela di uno zio che vive a Pavia, ma che per il momento continuano a vivere (soli) nell’appartamento di famiglia a Milano per completare l’anno scolastico. Due ragazzini che cercano con coraggio e dignità di superare la tragedia e che devono comunque fare i conti anche con le piccole sfide che la loro età comporta. E basta poco per mettersi nei guai quando si è così fragili e confusi.

Un romanzo mosso da una costante tensione sotterranea, con un protagonista (il fratello maggiore) profondamente autentico e credibile.    

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