Leggo in questi giorni un volume uscito pochi mesi fa per Guanda. L'autrice è una vulcanica scrittrice napoletana, instancabile organizzatrice di eventi in città (incontri con gli autori, reading, seminari...), direttrice della (probabilmente) più celebre scuola di scrittura del sud Italia ("La linea scritta", dalla quale sono usciti alcuni giovani nomi interessanti come Massimiliano Virgilio e Giusi Marchetta) e consulente esterna di scrittura creativa per le scuole. In pratica gestisce laboratori di scrittura all'interno delle scuole pubbliche, sia rivolti agli alunni (persino in età elementare), sia agli insegnanti. E' proprio ispirandosi a questa attività che Antonella ha scritto questo appassionante volume, che si intitola "Asino chi legge", ma avrebbe potuto chiamarsi, con maggiore enfasi e anche maggiore pertinenza, "Mission: Impossible". Perché Antonella non è una semplice cosulente didattica, ma una sorta di kamikaze della scrittura, pronta ad affrontare le situazioni più impervie (le classi coi figli dei camorristi, gli insegnanti che vivono i corsi di aggiornamento come obblighi inspportabili, le adolescenti con gli occhi sul telefonino invece che verso la cattedra, le aule in cui piove dal tetto) con lo spirito della missionaria. Una misionaria determinata ma ironica, con un grande capacità di osservazione e pazienza a livelli ultraterreni. Il libro raccoglie articoli e appunti che testimoniano il suo lavoro di perenne viaggiatrice attraverso l'Itallia (dal Sud-Tirolo alla Sicilia) e le sue esperienze nel tentativo, a volte utopistico, di portare ad amare la lettura e la scrittura una popolazione che ormai ha praticamente smesso di leggere e che ha soprattutto perso la capacità di restare concentrata su una singola attività (le sue cronache delle classi portate ad assistere un film sono spaventose).
Consiglio moltissimo la lettura di queste pagine, a chi insegna, a chi ha a che fare coi ragazzi, o semplicemente a chi ha a cuore la scrittura in Italia oggi. E' un libro che fa molto pensare, spesso anche deprimere (davvero siamo caduti a questi livelli?), ma allo stesso tempo presenta continui motivi di speranza: le alunne che, folgorate, danno vita a loro volta a nuovi corsi, gli insegnanti che chiedono di estendere le ore previste per gli incontri, la riscoperta della passione per la parola scritta in luoghi dove sembrava sepolta.
La lezione principale di questo libro è forse proprio questa: la consapevolezza che c'è ancora la possibiltà di cambiare le cose.
2 commenti:
Seguirò il consiglio ....grazie. :-) Un salutone Matteo
l'hai visto precious? racconta del potere salvifico della scrittura
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