martedì 4 agosto 2015

COSA LEGGO QUEST’ESTATE?

Visto che continuano in tanti, anche privatamente, a chiedermi consigli su cosa leggere quest’estate, mi sono deciso a raccogliere un po’ di segnalazioni. Non si tratta necessariamente di novità: alcuni sono libri appena pubblicati, altri sono di qualche tempo fa, ma che credo valga la pena recuperare, altri ancora sono di autori transitati dal laboratorio di ‘tina, e alcuni sono testi che ho segnalato io stesso alle case editrici con cui collaboro. 
In sintesi, non c’è un criterio preciso, se non quello che mi sono piaciuti molto. 



GEORGE PLIMPTON - “Truman Capote” (Garzanti)

La migliore e forse più corposa biografia sullo scrittore Truman Capote è quella firmata da George Plimpton, uscita negli Stati Uniti nel 1997 e pubblicata finalmente anche nel nostro paese solo quest’anno. 
Plimpton, fondatore della storica rivista letteraria “The Paris review”, è stato l’inventore della biografia orale. Per realizzare il volume su Capote ha realizzato centinaia di interviste con chiunque avesse avuto rapporti significativi con lo scrittore e poi ha ordinato i frammenti di queste interviste in modo da ottenerne una narrazione organica. Eloquente in questo caso il sottotitolo dell’opera: “Dove amici, nemici, conoscenti e detrattori ricordano la sua vita turbolenta”. 
Quella di Capote non sembra una vita, quanto una leggenda: l’infanzia in un paesino di campagna del sud, allevato da nonna e zie dopo l’abbandono dei genitori; il ricongiungimento con la madre nell’adolescenza e il trasferimento a New York; lo sfolgorante debutto nel mondo della narrativa a soli 22 anni; la fama immediata; la carriera come sceneggiatore a Hollywood; la frequentazione del jet-set internazionale (dai Kennedy agli Agnelli), delle star del cinema (da Marilyn Monroe a Charlie Chaplin, da Greta Garbo a  Humprey Bogart), dei grandi della letteratura (da Tennessee Williams a Christopher Isherwood); le scontro acerrimo a suon di querele con nemico storico Gore Vidal; il progetto ambizioso di trasformare un trafiletto di cronaca nera in un grande romanzo a cavallo fra il reportage e la fiction (il capolavoro “A sangue freddo”, per completare il quale uscirà psicologicamente distrutto); l’alcolismo; la pubblicazione dei primi capitoli di un romanzo sui vip a cui stava lavorando e che gli costerà l’amicizia praticamente di chiunque...  
Leggere queste vicende dalla viva voce di chi l’ha conosciuto, amato e spesso cordialmente detestato, è appassionante come un romanzo, se non di più. 



FABIO VIOLA - “I dirimpettai” (Baldini & Castoldi)

Un vicino spia dal palazzo di fronte i suoi dirimpettai: sono una coppia gay della Roma bene, il più maturo è un dirigente televisivo, il
più giovane un attore di belle speranze. Insieme formano una coppia insopportabile: battibeccano continuamente fra loro su questioni irrisorie, licenziano una cameriera sudamericana dopo l’altra, organizzano cene di un certo livello dove hanno ospiti come il sindaco Alemanno, criticano ferocemente ogni componente delle rispettive famiglie e ogni conoscenza in comune. 
Politicamente scorretto come pochi e scritto con cattiveria magistrale.
Libro gay dell’anno, se i gay leggessero. 



Jonathan Miles - “Scarti” (minimum fax)

Ci sono libri che per la loro mole sono più adatti a letture estive che in altri periodi dell’anno. Con le sue 575 pagine “Scarti” è uno di questi. Come il titolo lascia intuire i protagonisti del romanzo non sono degli eroi o dei vincenti: al contrario, sono giovani senzatetto che vivono di espedienti a New York, riappropriandosi di quello che la società consumistica butta via; un professore di linguistica obeso incapace di affrontare l’abbandono del tetto coniugale da parte della moglie e che deve assistere il padre, uno studioso di storia malato di Alzhaimer, in grado di recuperare ricordi e conoscenze lontane nel tempo, ma incapace di tenere a mente quasi nulla che riguardi il suo presente; una famiglia composta da una donna rimasta vedova dopo l’11 settembre, che ha scoperto dopo la sua morte che il marito la tradiva, il suo secondo marito, un arrivista che ha fatto i soldi riscuotendo cinicamente debiti ormai scaduti in prescrizione, e la figlia adolescente, innamorata di un giovane spacciatore messicano. 
Personaggi che devono fare i conti faticosamente e ogni santo giorno con le ristrettezze (economiche, sentimentali, morali) della propria vita, ma che in qualche modo devono trovare la forza per non demordere.
Il libro è stato accolto con grandi elogi dalla critica americana. Se vi è piaciuto “Le correzioni” di Jonathan Franzen e in generale via piacciono gli autori che si cimentano nell’impresa di scrivere il “grande romanzo americano”, ci sono buone probabilità che vi piaccia questo tomo di quasi 600 pagine, in grado di tenervi impegnati per gran parte delle vacanze. 



Ilaria Bernardini -  "L'inizio di tutte le cose" (Indiana)

Nove racconti sul tema della maternità potrebbero suonare come noiosi, tranne a chi è strettamente legato al tema per interesse personale o perché si trova nella felice circostanza di aspettare un figlio. 
Ilaria Bernardini invece sa spazzare via lo spettro del prevedibile con questi racconti di una brutale onestà e dallo spirito quasi punk, nei quali una donna incinta all’ottavo mese tradisce il marito con il fidanzato di un’amica a una festa, una neo-mamma non riesce a rinunciare al piacere sensuale di allattare dopo lo svezzamento del figlio e decide di continuare a farlo con degli adulti a pagamento, un’altra ammette di non essere più in grado di allevare il proprio neonato dopo l’ennesima notte in bianco... 
L’autrice mette in scena paure e desideri che forse hanno attraversato la mente di molte donne in attesa ma che raramente sono stati messi nero su bianco con questa liberatoria chiarezza.   



John Niven - A volte ritorno (Einaudi)

Dio si è distratto un attimo e quando torna a occuparsi del creato vede in che stato disastroso versa l’umanità contemporanea. Decide che è il caso di far tornare suo figlio sulla terra per cercare di rimettere in sesto le cose. Sbarcato a New York Gesù Cristo raccatta attorno a sé una simpatica compagnia di drogati, ragazze madri e gay sieropositivi, prima di finire come concorrente in un talent musicale tipo “American Idol”: del resto, quale platea migliore per diffondere il verbo di Dio che milioni di spettatori televisivi sintonizzati ogni settimana?
Romanzo rutilante e dal ritmo indiavolato, pieno di trovate fino all’ultima pagina.  L’autore è scozzese, e si sente. La prosa ha un po’ il sapore dell’Irvine Welsh di “Trainspotting”, ma con parecchia più ironia. Un libro iconoclasta al punto che in America si sono rifiutati di pubblicarlo e che farebbe stramazzare al suolo tutte le sentinelle in piedi del nostro paese se ne venissero a conoscenza. 



Giorgio Specioso - “Dinosauri” (Baldini & Castoldi)

Chi ha letto l’ultimo numero di ‘tina ricorderà l’ottimo racconto d’apertura, “Grande Slam”, firmato dall’esordiente Giorgio Specioso. Pochi mesi dopo Specioso ha debuttato col suo primo romanzo, un libro di difficile classificazione, che inizia come un ritratto corrosivo del mondo del terziario (amori, ripicche e tradimenti fra colleghi di ufficio) per trasformarsi progressivamente in uno scenario distopico, nel quale gli psicologi assurgono al ruolo di guru in attesa di un’imminente invasione di dinosauri. L’autore è bravissimo a condurre il lettore da una condizione di apparente normalità a una nella quale tutto può accadere. Un romanzo originale e sorprendente.  



Teddy Wayne - “La ballata di Jonny Valentine” (minimum fax)

Com’è la vita di una popstar dodicenne? Cosa significa vivere l’adolescenza mentre si viene costantemente esposto sui media e sui social network? Cosa c’è di vero e cosa di costruito nelle carriere delle piccole star?
Wayne cerca di rispondere a queste domande attraverso la figura immaginaria di Jonny Valentine (che però ricorda moltissimo quella di un Justin Bieber, per intenderci), seguendo la vita del cantante in ogni suo aspetto: le tourné, le registrazioni del disco, gli allenamenti quotidiani, le interviste, i video per YouTube, gli aggiornamenti sui social network, le foto scattate su commissione con la sua finta fidanzata, le amicizie supervisionate dalla mamma manager, il divieto assoluto di uscire a fare festa... Una prigione dorata, dove tutto luccica e tutto è controllato al millimetro. 
Uno libro in grado di prendere un fenomeno evanescente e trasformarlo in reale materia letteraria. 


    
Paolo Nori - La piccola battaglia portatile (Marcos y Marcos) 

La produzione letteraria di Paolo Nori si sta facendo sterminata, ma l’autore non smette di regalarci dei piccoli gioiellini, come questo esilarante resoconto della vita in compagnia della figlia, una bambina che nei libri ha battezzato “la Battaglia”. Nori racconta i primi viaggi fatti insieme, le incomprensioni, le teorie strampalate, le grandi domande: ho riso moltissimo leggendo queste pagine. Spesso i bambini piccoli sanno essere sbalorditivi, ma non tutti hanno per genitore un autore brillante come Nori in grado di immortalarne le scoperte e renderle spunto per meditazioni filosofiche sulla nostra società. 


Accanto a questi titoli, continuo a consigliare vivamente la lettura di “Io, la divina” di Rabih Alameddine (Bompiani), di cui avevo parlato diffusamente qui

1 commento:

Macsi ha detto...

Seguendo il tuo consiglio ho letto I Dirimpettai e A volte ritorno, che dirti Matteo: grazie per le dritte che dai sempre.