Continuo la serie di segnalazioni di libri strani tratti dalla mia personale biblioteca.
Franco Arminio - CARTOLINE DAI MORTI
Come definire questo libretto? Raccolta di racconti? Esperimento letterario? Micro-antologia? Non saprei. Certo è che si tratta di un testo molto originale. Pubblicato alla fine dell'anno scorso (e quindi ancora rintracciabilissimo), questo volume contiene esattamente ciò che il titolo promette: lo scrittore e poeta Franco Arminio propone un centinaio di brevi prose come se fossero messaggi lasciati dai defunti sulla propria dipartita. Pare che l'autore soffra di profondissime crisi di panico e che abbia scritto questi frammenti proprio subito dopo alcune di queste crisi, nel momento in cui l'emergenza era passata, ma il terrore era ancora fresco in lui. Una forma di catarsi, un metodo tutto letterario per sopravvivere al malessere. I testi (che vanno dal breve al brevissimo) tuttavia sono tutt'altro che deprimenti, o disperati. Sono raccontini sereni, spesso ironici, quasi sempre molto pacificati. Ne riporto tre esemplificativi:
Ero un maestro elementare in pensione. Ero vedovo da poco. E questo è tutto.
Il giorno del mio funerale è stato un giorno qualsiasi. E pure il giorno dopo.
Io quelli che hanno paura della morte non li ho mai capiti e adesso li capisco ancora meno.
THE HAIKU YEAR
Un gruppo di amici ha l'abitudine di mandarsi cartoline. Viaggiano spesso e trovano che i brevi messaggi contenuti nello spazio ristretto di una cartolina siano un buon modo per tenersi in contatto. Poi uno di loro lancia una sfida: per un anno intero dovranno scambiarsi degli haiku, poesie di tre righe riprese dalla tradizione giapponese. Dovranno sforzarsi di farlo, trovare il tempo e l'ispirazione anche durante momenti difficili e stressanti. Almeno uno a settimana. E' una promessa. Il risultato di quell'anno è contenuto in questo libretto. A rendere l'esperimento interessante però sono i nomi di questi amici: Michael Stipe dei R.E.M., Grant Lee Philips del gruppo Grant Lee Buffalo, i registi Tom Gillroy e Jim McKay, lo scrittore Douglas Martin, l'attivista Rick Roth e la fotografa Anne Grace. "The haiku year" è una raccolta di istantanee in chiave poetica firmata dunque da rockstar e artisti, un piccolo scorcio della loro intimità, della solitudine che li accompagna in certe tourné, dei loro comunissimi sentimenti. Ne traduco alcuni di seguito:
Come queste bacche rosse
nella pioggia
non ho l'ombrello
****
La targa dice
"Sei morti sono avvenute qui"
che bel panorama.
***
Lo so che la neve è bella
ma ne ho abbastanza,
okay?
***
Cammino dietro a un ragazzo
che cammina come il ragazzo
da cui sto fuggendo.
***
Nessua voglia
di leggere le notizie...
La mia via è già abbastanza, per ora.
***
Un parcheggio comodo
è tutto quello che ha avuto
dal giorno di San Valentino.
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