martedì 1 novembre 2011

FANZINISTA


Conosco molte cose di Alex. So che per vivere fa cinque lavori diversi, che dopo il divorzio da suo marito ha ottenuto la casa e in cambio ha ceduto a lui la gestione della piccola azienda che avevano fondato insieme (pentendosene in seguito), che per un paio d'anni ha cercato di rivendere l'abitazione ritenendola troppo grande ma poi ha preferito la strada della coabitazione affittandone una parte a due coinquilini, che il suo attuale compagno Paul era un amico con cui aveva avuto un breve flirt da ragazza e che poi ha ritrovato in età adulta e se ne è innamorata di nuovo, che detesta i gatti e che, per ironia della sorte, ora si trova a convivere con due di loro e sta imparando a trovarli simpatici.
Alex non è una mia amica. Anzi, non l'ho mai vista, né sentita. Tutte queste cose le so da "Brainscan" la perzine che da anni produce e di cui ho svariati numeri. Il termine "Perzine" è una crasi fra "personal" e "fanzine" e si riferisce a una rivista autoprodotta che parla dell'autore stesso, ossia appunto una "personal fanzine".
Periodicamente, come un morbo latente, torna a sgoragare in me l'entusiasmo per le pubblicazioni autoprodotte. E' una passione che non si è mai sopita e che continua a resistere, malgrado gli anni e le rivoluzioni tecnologiche. Per un certo periodo ho immaginato che la diffusione dei blog avrebbe soppiantato (anche in me) il fascino di questi giornaletti. Non è stato così. Non lo è stato neanche culturalmente. Al contrario, solo in questi ultimi anni la rivalutazione critica ed estetica del fenomeno fanzine sta acquistando sempre più rilevanza. Lo dimostrano i due splendidi e massicci volumi fotografici pubblicati da Chronicle Books a San Francisco e Gestalten a Berlino, rispettivamente:  "Fanzine - The DIY revolution" di Teal Trigs e "Behind the zines: self-publishing culture", curato da R. Klanten, A. Mollard e M. Hübner.




Il primo tenta di tracciare una storia del fenomeno fanzine, partendo da alcune pubblicazioni storiche (Murder can be fun, Mistery Date, Beerframe, Cometbus, ecc) sino a illustrare un ampio ventaglio di fanzine contemporanee e dei loro equivalenti in forma di e-zine.
Il secondo analizza invece l'evoluzione del concetto di autoproduzione in relazione alla stampa contemporanea, fungendo da vero e proprio catalogo per una serie di (splendide) riviste prodotte in ogni angolo del pianeta che, malgrado l'aspetto talvolta patinato e raffinatissimo, vengono prodotti da editori del tutto indipendenti e in forma spesso completamente artigianale.


E comincio a pensare che sia proprio in questo concetto tangibile di artigianilità che continui a farmi provare un'attrazione irresistibile verso l'oggetto fanzine, che blog, siti e webzine non riescono comunque a soppiantare. E' la manualità che queste rivistine trasudano, il tempo e l'impegno che gli autori ci hanno dedicato, utilizzando materiali semplici e basilari quali carta, forbici, colla, disegni e fotocopie, che rende le loro produzioni così affascinanti. Sono piccoli scrigni di artigianalità da terziario avanzato, capsule di amore e devozione per il lettore che difficilmente riesco a trovare altrove.
Ad emozionarmi dunque non è solo sapere la storia che lega Alex al suo attuale compagno, ma il piccolo libricino "How long have you and Paul been together?", una sorta di timelime tracciata a mano che parte dal 1991 (anno del loro primo incontro) ai giorni nostri, accompagnata da una foto di loro due ragazzi e loro due oggi, in forma di micro-inserto dentro la fanzine "Brainscan" numero 28. Aprire il cuore agli sconosciuti attraverso una foglietto illustrato e ripiegato a mano. A me pare pazzesco.   



5 commenti:

Willia Nessuno ha detto...

Ciao, bellissimo post. Negli anni ottanta-novanta ho prodotto una fantine letteraria che si intitolava circolo pickwick e in Alessandria abbiamo anche realizzato una mostra sulle ganzi ne che si intitolava comunicazioni incrociate. Ho ancora qualche copia del cataloghino...

Willia Nessuno ha detto...

Ovviamente era "sulle fanzine", maledetto correttore automatico... :-)

Matteo B. Bianchi ha detto...

Come vorrei quel cataloghino!

sull’amaca.it ha detto...

Bel post, grazie.

@ Willia Nessuno: pure a me piacerebbe avere il cataloghino, ce l'hai in pdf?

Se vi può interessare ecco alcune interviste a dei fanzinari italiani degli anni'80: http://www.sullamaca.it/category/interviste/

thomas ha detto...

ti capisco, ultimamente ho trovato in un mercatino una sorta di fanzine involontaria, dei calendari che il loro autore (mi piace l'idea che esistano autori di calendari come ci sono gli autori di libri) aveva utilizzato come dei microdiari, scrivendo nelle varie caselle ciò che era accaduto quel giorno invece che ciò che avrebbe dovuto fare.
dopo averne presi cinque e averli letti, la domenica dopo sono corso a recuperare i venticinque che non avevo comprato. credo di avere acquistato la più grande opera calendaristica mai concepita, e ne vado estremamente fiero.