lunedì 11 marzo 2013

L'AUTORE CHE NON C'ERA GIA' PIU'


In questi giorni sto leggendo un libro di un affermato romanziere americano e mi è tornata in mente la prima, e unica, volta in cui ho avuto l’occasione di incontrarlo di persona. E’ avvenuto diversi anni fa, in una piccola libreria di Milano, dove era stato invitato a presentare il suo primo libro tradotto. Io ero tra il pubblico, scarso, una quindicina di persone in tutto. Desideravo fortemente essere presente perché avevo adorato quel suo esordio italiano. Era un breve libro di racconti, sorprendenti, immaginifici, al pericoloso confine fra il surreale e la fantascienza. Mi erano sembrati molto differenti dalle short-stories dei post-moderni americani suoi contemporanei, mi avevano aperto prospettive nuove verso territori dove, da solo, non mi sarei mai sognato di avventurarmi. Ero lì anche per ringraziarlo simbolicamente di questo, di avermi fatto varcare delle soglie. Non che lui ne fosse consapevole, né che io avessi intenzione di dirglielo, però accoglierlo alla sua prima apparizione pubblica nella mia città mi era parso un dovere. 
Ripensandoci oggi però quel nostro incontro simbolico si fondava su un equivoco spazio-temporale. Colui che mi ero presentato per sostenere era ai miei occhi il promettente autore di una serie, ipotetica e futura, di raccolte di sbalorditivi e fantasiosi racconti. Ciò che nella realtà avvenne fu che non pubblicò quasi più racconti, se non una striminzita raccolta passata inosservata rispetto ai numerosi (e voluminosi) romanzi che avrebbe prodotto. Anche questo può succedere: giudicando un artista dalle prime opere un ammiratore si immagina un determinato percorso, ma spesso la parabola dello scrittore finisce per differire radicalmente da quella che il lettore appassionato si era prefigurato. E’ normale. E’ frequente.
In questo caso specifico tuttavia le coordinate era già saltate ampiamente, senza che io potessi saperlo. Mentre si trovava davanti ai suoi sparuti quindici spettatori milanesi, l’autore aveva da tempo cominciato la sua attività di romanziere in patria e di lì a poco avrebbe dato alle stampe il suo primo successo internazionale, un grosso romanzo la cui ambientazione attingeva a piene mani dalla sua autobiografia, sebbene la vicenda fosse di pura fiction. Aveva dunque già intrapreso una strada che si distaccava in maniera netta da quella che io avevo previsto (e pregustato). Lo scrittore a cui io stavo stringendo la mano e a cui porgevo una copia per l’autografo, quello che ero venuto a salutare e sostenere, non esisteva più. Era una sua incarnazione precedente di quattro o cinque anni. Non potevamo saperlo, ma ci stavamo ingannando a vicenda, vittime dello stesso fenomeno astronomico per il quale noi oggi sospiriamo osservando la luce di stelle estinte milioni di anni fa. 
Ora mi alzo e vado a riprendere quel libro, per controllare se all’epoca mi avesse scritto una dedica o si fosse limitato al semplice autografo. 
Sì, aveva scritto una cosa molto semplice: “For Matteo, enjoy”. 
Tornassi indietro adesso gli chiederei di aggiungere “the moment”. 
“Matteo, gustati il momento”. Avrebbe avuto più senso. 


4 commenti:

Anonimo ha detto...

"vittime dello stesso fenomeno astronomico per il quale noi oggi sospiriamo osservando la luce di stelle estinte milioni di anni fa"
matteo, è la metafora più bella che abbia mai letto sullo sfasamento temporale tra scrittore e lettore.
paolo (gruppo cotoletta)

Matteo B. Bianchi ha detto...

Grazie Paolo.

FV ha detto...

Mi piace molto la melancolia necessaria. Questo racconto di quel che successe toglie un po' il fiato ma è in armonia perfetta con la stagione. Grazie, allora. FV (gruppo melanzana solitaria).

Anonimo ha detto...

Ho pensato la stessa cosa io, su quella frase. E sono pure rimasta ferma per un attimo, un po' stupita, perché è una cosa sulla quale rifletto spesso e che non sembra interessare poi a molti.
Non so se sia un bene o un peccato.
Molto bello anche questo post; da curiosa quale sono vorrei sapere chi era questo autore, mi sono fatta un'idea che potrebbe calzare, ma è probabile che vi abbia fatto aderire un *mio* desiderio. :)

Chiara