Che cos’è “Cadillac Magazine”? Come è nata e perché?
Cadillac è una rivista letteraria, con due nature: il cartaceo, che accoglie narrativa italiana e straniera, e il web, dove c’è spazio per recensioni, divagazioni e altro. Abbiamo cominciato per sfizio due anni fa, ma nell’arco di sei numeri il gioco si è fatto più serio.
Chi fa “Cadillac”?
Io, Giulio D’Antona, sono il direttore, poi c'è Mauro Maraschi che fa da editor principale e si occupa della grafica dei numeri, Fabio Deotto che è il caporedattore per il web, Andrea Pastore che fa il redattore. Natan e Michele sono i soci fondatori della società editrice.
Dopo 4 numeri cartacei pubblicati, avete scelto di modificare formato e impostazione grafica, come mai?
Stampare è sempre complicato per un'autoproduzione, così abbiamo scelto di passare (almeno per un periodo) al digitale e vedere come va. Questo ci ha dato l'opportunità di allargare gli orizzonti grafici e di fare cose che con il vincolo della carta non potevamo, oltre che l'occasione di rinnovarci rispetto a un prodotto che era ancora in una fase amatoriale. Sappiate che se mai stamperemo uno dei nuovi numeri sarà spettacolare.
Come selezionate il materiale da pubblicare?
Principalmente lo chiediamo ad autori che ammiriamo. All’inizio pensavamo di pubblicare molto più materiale spontaneo, ma ci siamo accorti presto che è difficile mantenere uno standard alto e una frequenza costante con quello che arriva via email. Naturalmente il canale resta aperto e vagliamo tutto quello che ci viene proposto.
Sulla rivista pubblicate traduzioni di racconti inediti di autori americani celeberrimi come Jonathan Lethem o tratti da riviste straniere di primo piano, come “Five dials”, “McSweeney’s” e “N+1”. Come riuscite a farlo?
Abbiamo cominciato a chiedere, a dialogare con gli editor e con gli autori stessi, qualche volta non hanno risposto, altre volte ci hanno rimandato a infiniti rimpalli attraverso agenti e maestranze, altre volte ancora siamo diventati amici e ci hanno concesso di tradurre e pubblicare i loro lavori. Il primo è stato Lethem, poi è venuto Gutiérrez, Shelley Jackson, Susan Straight, con alcuni di loro siamo ancora in contatto stretto. Con Five Dials poi è davvero un sodalizio, loro ci mandano un pezzo ogni mese e speriamo presto di poterli invitare per una grande serata celebrativa.
Oltre alla rivista, “Cadillac” è anche un blog ricco di contenuti. In cosa si differenziano blog e rivista?
I contenuti del blog tendono ad essere più “agili”, senza nulla togliere alla qualità. Sono letture veloci, recensioni, strisce a fumetti, racconti brevi, anche qualche poesia. Lo strumento blog è molto versatile, possiamo pubblicare praticamente qualsiasi cosa e ci fa piacere aprirci a proposte e idee che nella rivista non troverebbero spazio. C'è per esempio la serie Mooned, di Lorenzo Palloni, che sembra fatta apposta per la nostra colonna di lettura, oppure la rassegna stampa settimanale di Giorgio Fontana, le poesie di Fabrizio Coppola. Sono cose che si leggono velocemente ma che hanno un grosso spessore autoriale.
Date delle indicazioni agli scrittori esordienti che stanno leggendo questa intervista e vogliono sottoporvi del materiale. Cosa state cercando? E cosa assolutamente non vi interessa?
È piuttosto semplice. Cerchiamo voci forti, che abbiano assimilato bene i propri autori di riferimento, tanto da farli appena trasparire, eludendo l’epigonismo. Siamo fortemente scettici nei confronti della letteratura di genere, ma un’occhiata non si nega mai. E non leggiamo poesia, perché pur amandola nessuno di noi ha gli strumenti per fare scouting in quest’ambito: se ne pubblichiamo è perché sono di autori già ampiamente affermati. Campanelli d’allarme sui racconti: se inizia con un risveglio, se il protagonista italiano si chiama Roger o se appare l’aggettivo “enorme” nelle prime dieci righe.
Sapete quanti lettori avete? Voglio dire, fra copie stampate e accessi on line, siete riusciti a farvi un’idea?
Ecco questa è una domanda trabocchetto. Abbiamo perso il conto delle copie vendute e non abbiamo mai avuto un conto preciso di quelle scaricate (siamo inaffidabili), ma lo avremo preso, con l'inaugurazione di una distribuzione organizzata.
La domanda principe: perché fate una rivista di letteratura? Non era meglio andare in discoteca e drogarsi come tutti?
La verità è che noi facciamo la rivista e poi andiamo in discoteca a drogarci. Non ci facciamo mancare nulla.
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