martedì 30 settembre 2014

IL MIO BARBIERE (un’epica moderna)

Come ogni scrittore moderno che si rispetti (e da buon ultimo), anch’io ho scritto la mia opera sperimentale in formato Tweet. Ho scelto come oggetto il mio barbiere e per mesi ho raccolto spunti ogni volta che andavo a tagliarmi i capelli. Ne è uscita una raccolta di 73 frasi, ognuna contenuta entro i 14o caratteri. Le ho pubblicate singolarmente ieri pomeriggio su Twitter e oggi le raccolgo qui in forma unitaria.
IL MIO BARBIERE (un’epica moderna)

Il mio barbiere ha 46 anni, una moglie, due figli adolescenti.

Il mio barbiere lavora a Milano ma vive con la famiglia nell’hinterland. 

Il mio barbiere abita accanto a una fermata della metro (linea rossa) e ha il negozio a 100 metri da una fermata della metro (linea rossa). 

Il mio barbiere viene in negozio ogni giorno in macchina e si lamenta del traffico.

Il mio barbiere quando parla della violenza sulle donne dice: “Una donna non va toccata neanche con un fiore”.

Il mio barbiere non è mai stato in un ristorante cinese perché: “Sei matto? Quelli ti fanno mangiare i cani”.

Il mio barbiere non è mai stato in ristoranti giapponesi, messicani, argentini o greci perché: “Come la cucina italiana non ce n’è nessuna”.

Il mio barbiere non ritiene una falla nel ragionamento il fatto che non abbia provato altre cucine al di fuori della nostra.

Il mio barbiere si lamenta per una multa ricevuta per aver parcheggiato l’auto in un posto riservato agli invalidi.

Il mio barbiere giustifica il gesto con la motivazione: “Eh, se uno non trova posteggio cosa deve fare?”.

Il mio barbiere quando parla di conoscenti defunti fa seguire sempre al loro nome l’aggettivo buonanima

Il mio barbiere è di origini abruzzesi. 

Il mio barbiere ogni anno va in vacanza “giù al paese”. 

Il mio barbiere non ha mai considerato un’altra (qualsiasi) meta come alternativa per le proprie ferie.

Il mio barbiere non è mai stato a Roma.

Il mio barbiere dice che Roma “deve essere bella, eh?”.

Il mio barbiere non è mai stato a Venezia, Firenze, Napoli, Palermo, Cagliari, Bologna, Torino, Pisa, Siena, Urbino.

Il mio barbiere non è mai stato a Lecce, Genova, Matera, Caserta, Rimini, Riccione, Pompei.

Il mio barbiere è stato a Como e a Lecco.

Il mio barbiere è stato anche a Trieste, per svolgere il servizio militare.

Il mio barbiere non è mai stato all’estero.

Il mio barbiere mi ha annunciato che per l’anniversario dei vent’anni di matrimonio andrà in crociera con la moglie. 

Io: “Ah, che bello. Quest’estate?” Il mio barbiere: “No, tra quattro anni”

Il mio barbiere dice che andare al mare “è come un lavoro: devi andare in spiaggia, spalmarti sempre la crema, stare lì a prendere il sole...”

 Il mio barbiere quando ha un contrasto di natura legale con qualcuno (fornitori, condomini) dichiara: “Ma io quello lo porto a Forum”.

Il mio barbiere, per avvalorare la veridicità di una notizia, specifica: “L’hanno detto a Striscia la notizia”.

Il mio barbiere, per avvalorare la veridicità di una notizia relativa a un fatto di cronaca, specifica: “L’ha detto Barbara D’Urso”.

Il mio barbiere non accetta il fatto che io non tifi per nessuna squadra di calcio, quindi insiste: “Ma almeno una che ti fa simpatia?”.

Il mio barbiere non ha votato nelle ultime tre elezioni.

Il mio barbiere dice che: “La musica dei nostri tempi era meglio di quella di adesso”.

Il mio barbiere dice che la sua cantante preferita è Sandra (quella di “Maria Magdalena”).

Prima di conoscere il mio barbiere non immaginavo che Sandra potesse essere la cantante preferita di qualcuno.

Il mio barbiere dice che è fedele a sua moglie.

Il mio barbiere mi ha fatto intendere che ha avuto diverse amanti e che a volte ha consumato in negozio, con la serranda abbassata.

Il mio barbiere ha un’evidente fissazione per la pulizia.

Il mio barbiere interrompe il mio taglio per pulire il lavandino dove mi ha lavato i capelli.

Il mio barbiere interrompe il mio taglio per pulire lo specchio sopra il lavandino dove mi ha lavato i capelli.

Il mio barbiere interrompe il mio taglio per spazzare via i miei capelli caduti a terra (anche se poi inevitabilmente ne cadranno altri).

Il mio barbiere ci tiene all’aspetto del suo negozio.

Il mio barbiere almeno una volta all’anno ritinteggia il negozio.

Il mio barbiere ha scelto come tinta di quest’anno alle pareti il verde acido.

Il mio barbiere dice che ha fumato una sola canna quando aveva sedici anni e dopo è stato malissimo.

Il mio barbiere non ha mai più fumato canne da allora. 

Il mio barbiere dice che i drogati prendono l’LCD (elle-ci-di) e poi hanno le visioni. 

Il mio barbiere mentre mi taglia i capelli con lo sguardo tiene d’occhio la strada, per vedere se si libera un parcheggio per la sua macchina.

Il mio barbiere, se si libera un parcheggio più vicino al negozio, mi chiede di aspettare un attimo e corre fuori a spostarla.

Il mio barbiere è molto soddisfatto quando riesce a parcheggiare la sua auto a portata d’occhio.

Il mio barbiere quando una macchina sta per parcheggiare accanto alla sua va a controllare che non la sfiorino. 

Il mio barbiere considera rigare la macchina a qualcuno come il maggiore affronto esistente.

Il mio barbiere conosce tutti gli abitanti del quartiere.

Il mio barbiere quando cita qualcuno della zona aggiunge sempre, con una punta d’orgoglio: “E’ un mio cliente” .

Il mio barbiere conosce ogni movimento commerciale in atto nei dintorni: chi ha venduto il negozio, a chi, per che cifra e quando riapre. 

Il mio barbiere dice che il ristorante sotto casa mia “non ha mai funzionato”. 

Il mio barbiere dice il caffè nel bar accanto al suo negozio fa schifo e che “dovrebbero vergognarsi a servire un caffè così”.

Il mio barbiere se vado la mattina presto mi chiede subito se voglio un caffè, invitandomi al bar accanto. 

Il mio barbiere dice che anni fa è ingrassato, arrivando a pesare più di cento chili.

Il mio barbiere dice che è dimagrito da solo, secondo una sua dieta.

Il mio barbiere dice che la sua dieta era “mangiare solo insalata”.

Il mio barbiere sul biglietto da visita del negozio ha scritto: “Orario non-stop dalle 8.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19”.

Il mio barbiere ignora il concetto di orario non-stop.

Il mio barbiere riceve spesso chiamate sul cellulare.

Il mio barbiere lascia suonare l’apparecchio per un po’, poi chiede scusa e va a rispondere.

Il mio barbiere, secondo una mia personalissima statistica, riceve solo telefonate da sua moglie.

Il mio barbiere dice alla moglie “Scusa, sono un cliente, ti richiamo” e attacca.

Il mio barbiere ripete questa scena quasi ogni volta che vado da lui.

Il mio barbiere, al termine del lavoro, mi mostra sempre l’effetto del taglio sulla mia nuca attraverso uno specchio tondo.

Il mio barbiere si fa i complimenti da solo: “sono il migliore”, “anche stavolta un taglio perfetto, eh?”.

Il mio barbiere sa che faccio lo scrittore.

Il mio barbiere non ha un’idea precisa di cosa significhi fare lo scrittore.

Il mio barbiere una volta che mi ha visto leggere un romanzo in attesa del mio turno mi ha chiesto: “E’ un libro che hai scritto tu?”.

Il mio barbiere presume che gli scrittori vadano in giro leggendo i loro stessi libri.

Il mio barbiere non saprà mai che ho scritto questa epopea su di lui. 




mercoledì 17 settembre 2014

CATTIVE RECENSIONI

Leggo in una vecchia biografia su Divine un aneddoto splendido:

Harris Glenn Milstead, in arte Divine (“la drag-queen del secolo” secondo il settimanale americano People), aveva sempre recitato in film underground e provocatori, in primis quelli di John Waters, e in spettacoli teatrali d’avanguardia. “Hairspray” era stato il suo primo ingaggio hollywoodiano, oltretutto in un doppio ruolo, uno in panni femminili e uno maschili. Il film viene invitato al festival di Cannes ed esce nei normali circuiti americani (e non nei soliti cineclub o salette di periferia come i precedenti). Divine, abituato a essere ignorato o denigrato dalla critica “seria”, per la prima volta riceve una vera attenzione da parte della stampa, con elogi pressoché unanimi per la sua recitazione. È il momento del successo e della sua consacrazione verso il pubblico mainstream. Gli viene addirittura offerto un ruolo in una sit-com per famiglie, che fornirebbe alla sua carriera la svolta definitiva. Ma, destino beffardo, dopo appena una settimana dall’uscita di “Hairspray” nelle sale, Divine muore per un attacco cardiaco durante il sonno. 
Il giorno del suo funerale, fra le decine di mazzi di fiori giunti da tutti gli Stati Uniti, ce n’è uno inviato da Whoopi Goldberg. Il biglietto dice: “Ecco l’effetto delle buone recensioni”. 


L’ho trovato commovente e strepitoso. 



martedì 9 settembre 2014

SCINTILLE IN ITALIANO

Quando nutri una passione sconfinata per un gruppo musicale di nicchia e ti capita di conoscere altri estimatori scatta una forma immediata di riconoscimento e identificazione: sulla sola base di un gusto condiviso hai l’impressione di ritrovare affinità molto più profonde e significative. Il bello è che tale impressione spesso si rivela fondata. 
Per diverso tempo io e lo scrittore Federico Baccomo (noto anche con lo pseudonimo di Duchesne e autore del best-seller “Studio illegale”) ci siamo incrociati in presentazioni letterarie e festival di letteratura, ma solo quando abbiamo scoperto, tramite alcuni video postati sulle nostre bacheche Facebook, di condividere un’assoluta adorazione per il duo americano degli Sparks è scoppiata fra di noi la scintilla (eh eh) di una reale e appassionata amicizia. Per questo abbiamo deciso di concretizzare questa forma di idolatria in qualcosa di pubblico: ci siamo messi a tradurre le nostre canzoni preferite del duo e le abbiamo raccolte in un tumblr.
Il progetto “Sparks in italiano” raccoglie i primi frutti di questo lavoro a quattro mani ed è destinato ad ampliarsi con nuovi contributi nei mesi a venire. 
Se non conoscete gli Sparks, o li conoscete solo in maniera approssimativa, provate a dare un’occhiata al contenuto dei loro testi. Forse capirete perché io e Federico li adoriamo a questi livelli.