Ogni tanto capita di poter seguire progetti che, oltre al valore culturale, rivestono anche un profondo valore sentimentale. Per me è certamente il caso di due romanzi che escono in contemporanea questa settimana. Si tratta della ristampa di “Una come me”, il primo, bellissimo romanzo autobiografico di Francesca Ramos, e della pubblicazione del suo secondo romanzo, l’inedito “Diciotto ossa rotte”. Come qualche lettore di questo blog ricorderà, Francesca era una mia cara mia amica, deceduta prematuramente nel 2012 a soli 52 anni a causa di una rara malattia genetica. Al momento della sua scomparsa stava lavorando alla stesura definitiva del secondo libro. Ho avuto il permesso dalla famiglia di Francesca di seguire per Baldini & Castoldi la pubblicazione dell’opera, cercando di operare secondo le indicazioni che Francesca aveva lasciato (il romanzo era terminato, ma stava lavorando ad alcune correzioni). Sarebbe stato un delitto lasciare quest’opera nel cassetto, perché “Diciotto ossa rotte” è un romanzo sorprendente e delicatissimo, che parla del rapporto fra una musicista e il cugino, un ragazzo ritardato che lei conosce poco ma che è costretta ad accudire per alcuni giorni. Una frequentazione breve ma che avrà conseguenze fondamentali per l’armonia dell’intera famiglia.
Il romanzo è accompagnato da una mia postfazione nella quale spiego il lavoro svolto e le intenzioni lasciate dall’autrice in fase di revisione.
Ho curato anche la ristampa di “Una come me”, che da tempo era esaurito: questa nuova edizione tascabile comprende un capitolo inedito (apparso come racconto su ‘tina) e un’entusiastica prefazione di Roberto Saviano.
Entrambe le copertine sono illustrate da Alessandro Baronciani.
So che molti lettori si fidano dei consigli di lettura che fornisco su questo blog: sicuramente alcuni già conoscevano il primo romanzo di Francesca e troveranno confermate nel secondo tutte le sue qualità di narratrice. Per chi invece la scopre ora sono certo che sarà una vera rivelazione.