Jonas Hassen Khemiri
TUTTO QUELLO CHE NON RICORDO
(Traduzione di Alessandro Bassini)
Iperborea, 17,50 euro
Il protagonista di questo libro è il suo più grande assente: si chiama Samuel ed è morto in un incidente stradale. L’autore, che l’aveva incontrato solo una volta per un pochi minuti, decide però di voler ricostruire il suo ultimo giorno di vita e comincia a intervistare tutti quelli che l’hanno conosciuto: il migliore amico, l’ex-ragazza, il vicino di casa, la madre, l’amica trasferita all’estero, la nonna... Ciascuno offre un ritratto soggettivo del ragazzo e non potrebbe essere altrimenti. Samuel ci appare così a volte un entusiasta, altre un ingenuo, altre un idealista, per alcuni era generoso, per altri un tirchio, le testimonianze di uno contraddicono quelle di altri, gli stessi eventi assumono significati diversi da chi li racconta.
C’è una domanda alla quale lo scrittore cerca di dare una risposta per tutto il libro: Samuel si è suicidato andando a sbattere a tutta velocità contro un albero o è uscito di strada per un tragico errore?
Questo dubbio ne sottintende un altro per il lettore: perché l’autore sta cercando di ricostruire la personalità di uno sconosciuto? Dove vuole arrivare?
Khemiri ha condensato in questo libro le sue diverse abilità (in Svezia, sua terra d’origine, è noto sia come romanziere che come drammaturgo): la struttura polifonica sembra presa in prestito dal teatro, il respiro della narrazione è quello di un romanzo. Ma l’autore mischia anche altri piani: l’auto-fiction, l’indagine giornalistica e la denuncia sociale (sia Samuel che la sua ex, Laide, lavorano con i migranti e si occupano di assistenza a casi difficili, loro stessi sono immigrati di seconda generazione e subiscono in prima persona forme di pregiudizio e razzismo).
La struttura del libro è atipica e può disorientare all’inizio: in ogni capitolo si alternano due voci e non è mai esplicitato a chi appartengano, ma basta addentrarsi nel volume per capire che si tratta in realtà di uno schema ripetuto: la prima voce varia da capitolo a capitolo e appartiene ogni volta a un personaggio diverso (il vicino, l’amica di Berlino, la madre...), la seconda voce rimane costante per tutto il romanzo ed è quella di Vandad, il miglior amico di Samuel, vera traccia portante di questa staffetta narrativa.
“Tutto quello che non ricordo” è una lettura appassionante, il tentativo di dare un senso alla vita di un ragazzo qualunque attraverso la voce di chi l’ha frequentato e amato.
La scrittrice Joyce Carrol Oates, che non è esattamente di gusti facili, l’ha definito uno dei suoi libri preferiti dell’anno.