Lucia Berlin
La donna che scriveva racconti
(Bollati Boringhieri, 18,50 Euro)
Ho un’abitudine quando leggo i libri di racconti: tengo una matita dell’Ikea (ho la casa piena, da quando esiste l’Ikea ho smesso di comprare matite) sul comodino e metto delle X vicino al titolo dei racconti che mi sono piaciuti di più. Ho un mio codice personale, molto semplice in verità: un numero maggiore di X corrisponde al massimo gradimento. Se c’è una X è buono, se ce ne sono quattro siamo dalle parti del capolavoro. Questo metodo mi permette di identificare subito, a distanza di anni, i testi più meritevoli nelle antologie. Spesso devo rileggerli per ricordare cosa mi fosse piaciuto tanto, ma le X mi aiutano a orientarmi e a lasciare da parte quelli meno significativi.
Ho cominciato a fare la stessa cosa con questa raccolta di Lucia Berlin solo per accorgermi, circa a un terzo del poderoso volume, che li avevo segnati tutti. Non credo mi fosse mai capitato prima. La verità è che, in un modo o nell’altro, trovo che ci sia sempre qualcosa di interessante nei suoi racconti, al punto che ho deciso di centellinarli: leggo un racconto o due, poi lascio passare qualche giorno (infilandoci in mezzo altre letture) prima di tornarci.
Lucia Berlin è una scrittrice poco nota. Negli Stati Uniti un interesse reale nei suoi confronti si è manifestato dopo la sua morte e la pubblicazione di questa antologia con il meglio della sua produzione. Anche se il titolo italiano “La donna che scriveva racconti” è evocativo, non è all’altezza di quello originale, “Manuale per donne delle pulizie”, splendido gioco per una raccolta di fiction. Recensendo il libro il Publisher Weekly ha giustamente commentato “Berlin potrebbe essere la migliore scrittrice che non avete mai sentito nominare”. A lei è dedicato anche un sito molto ben fatto, luciaberlin.com
Nella sua carriera la Berlin ha pubblicato esclusivamente racconti, alcuni apparsi su riviste importanti come l’ Atlantic monthly. Una sua raccolta del 1991 ha vinto il “National Book Award” e nel 1985 ha vinto il premio “Jack London Short Prize” per un racconto di una sola pagina e mezza (presente in questa raccolta).
Protagoniste dei suoi testi sono quasi sempre donne di estrazione sociale bassa, costrette a districarsi fra occupazioni mediocri (cameriere, supplenti, donne di servizio, lavandaie) e la necessità di mantenere una famiglia. Donne che in fondo le assomigliano, avendo lei stessa dovuto dedicarsi a una serie di occupazioni temporanee per sostenere i suoi quattro figli, frutto di relazioni matrimoniali finite sempre male. Eppure non c’è disperazione in queste pagine ma un’attenzione speciale per i particolari, uno sguardo attento e anche una sensibilità molto femminile verso i rapporti sociali e le difficoltà della vita.
Se volte alla fine confrontiamo quante X avete messo voi accanto ai titoli.