Giulio Mozzi ha recentemente ripubblicato la raccolta "Sono l'ultimo a scendere (e altre storie credibili)" (Laurana) e ha curato con Stefano Brugnolo il manuale di scrittura "L'officina della parola" (Sironi)
1 - Tutti soffrono del “blocco dello scrittore” prima o poi, ma ti è mai capitato il “blocco del lettore”? Se accade come ti comporti? Ti “abbassi” leggere qualcosa di più “leggero” o non leggi affatto?
Non so che cosa sia il “blocco dello scrittore”. In certi periodi ho scritto molto, in certi periodi ho scritto poco. In certi periodi non ho scritto nulla, ma non mi è mai sembrato un problema (esempio: se non ho fame, non mangio; non penso che ho il “blocco dell’appetito”).
Leggo tutti i giorni, e leggo in modi diversi:
- leggo quasi tutti i giorni uno o due giornali quotidiani; con pazienza e meticolosità;
- studio certi argomenti che mi interessano (in questo periodo, per esempio, più o meno tutto quello che mi capita a tiro a proposito delle rappresentazioni della morte, delle danze macabre, dello scheletro e del cadavere nell’arte, e così via);
- seguo regolarmente le pubblicazioni su certi argomenti (per esempio, ciò che concerne la didattica della scrittura e della narrazione: in lingua francese, italiana, inglese – è una gradatio di interesse diminuente;
- rileggo continuamente certi testi che sento come fondativi e necessarii per me: le poesie sparse e la Commedia di Dante, i miei amati poeti del Cinque-Seicento (Ciro di Pers, Galeazzo di Tarsia, Gaspara Stampa, Federica d’Aragona, Luigi Tansillo…), il Giorno del Parini e qualche altro.
Leggo poco o niente della narrativa contemporanea. Rileggo volentieri un ristretto numero di grandi, sicure opere narrative (i titoli sono quelli che chiunque potrebbe citare).
Leggo, per lavoro, innumerevoli opere narrative inedite – destinate quasi tutte a restare tali, grazie al cielo.
2 - Che genere leggi di più (narrativa, saggistica, poesia)? Di solito leggi libri del genere che tu stesso scrivi? In cosa è differente la tua esperienza di lettura quando leggi qualcosa al di fuori del genere che scrivi?
In parte ho già risposto. Non leggo libri del genere stesso che io scrivo, ma può succedere che tenti di scrivere cose simili a quelle che leggo: l’imitazione è un automatismo, è un modo per apprendere.
E leggo per apprendere, sempre, mai per altri scopi.
3 - Dove leggi di solito? A letto? In treno?
In treno sempre, a letto rarissimamente (a letto, dormo), sul tavolo regolarmente, in poltrona talvolta, meno di quello che vorrei in biblioteca.
4 - Leggi mai per “piacere proibito”?
Non ho capito.
5 - Leggi narrativa per ragazzi (Young Adult)? Leggi narrativa di genere?
Non leggo narrativa per ragazzi, ma per ragioni private sto imparando a conoscere bene i libri per l’infanzia.
L’unico “genere narrativo” in prosa che abbia mai frequentato regolarmente è la fantascienza.
6 - Tendi a leggere libri più brevi o lunghi?
Non so perché, ma se un volume è voluminoso mi ispira fiducia.
7 - Quando finisci un libro quanto aspetti prima di cominciarne un altro?
Il tempo di passare in bagno.
8 - Leggi più libri contemporaneamente?
Sì, come tutti quelli che studiano.
9 - Leggi con una matita in mano (cioè, prendi appunti a margine delle pagine o da qualche parte)? È importante se lo stai leggendo per recensirlo?
Odio scrivere recensioni e non ne scrivo.
A margine metto spesso dei segni; mai commenti o altro. Spesso scrivo dei riassunti, nel mio schedario digitale.
10 - Se scrivi recensioni/sei un critico leggi il volume più volte prima di sottoporre la recensione? Cominci a scriverla prima di aver finito il libro?
Ho già risposto.
11 - Come decidi cosa leggere dopo? Tieni conto del fattore diversità quando scegli che libro leggere? (es. cerchi di non leggere solo libri scritti da maschi bianchi?)
Ma: nello studio si parte da una qualche bibliografia di riferimento, e poi si cercano quelle opere che sembrano “parlarsi” l’una con l’altra. L’età, il sesso, l’epoca ecc. di chi li ha scritti non sono particolarmente importanti – se non per cercar di capire quanto la posizione nel mondo di chi li ha scritti possa aver contribuito a determinare l’approccio alla materia. Un’opera scritta da Jean Daniélou è diversa da una scritta da María Zambrano anche perché Daniélou è stato un maschio bianco cardinale e teologo cattolico con il pasto assicurato ogni sera (però fece la guerra nell’aviazione), e María Zambrano è stata una donna bianca filosofa dalla vita per molti anni raminga ed esposta ai quattro venti (benché sia stata sposata a un diplomatico). Tanto per citare due autori che ho qui sul tavolo.
Va detto che le materie alle quali mi interesso sono materie molto tradizionali, sulle quali la bibliografia è prevalentemente di bianchi maschi, con una crescente percentuale di donne.
12 - Quanto è importante per te leggere i libri che sembra che tutti stiano leggendo (il primo in classifica, il vincitore dell’ultimo premio, ecc.)? Leggi libri recenti o più spesso libri vecchi?
Non mi interessa leggere i libri che sembra tutti stiano leggendo. Per principio compero quasi solo libri usati.
13 - Cosa stai leggendo in questo momento? Qual è il tuo libro preferito fra quelli che hai letto ultimamente?
Giobbe, con commento di Gianfranco Ravasi.
Jean Daniélou, La résurrection.
María Zambrano, Para una historia de la piedad.
Francesco Di Sales, Introduzione alla vita devota.
Lorenzo Marchese, L’io possibile. Autofiction come paradosso del romanzo contemporaneo.
Libro preferito tra quelli letti “ultimamente”, intendendo da maggio 2104 in qua:
Hugh Blair, Lectures on rhetoric and belles lettres, nella traduzione francese (Cours de littérature) di Pierre Prévost (molto divertente e istruttivo: le “lectures” del Blair furono forse l’opera di riferimento per quasi tutto l’Ottocento, almeno in Italia (Blair insegnò a Parma, e le “lectures” furono tradotte e pubblicate nel 1801: ma quell’edizione non l’ho trovata a buon prezzo).
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