Cosa ti ha spinto ad aprire una libreria?
Confesso: ci sono capitata per caso. La librerie Rinascita a Empoli (come molte “Rinascita” nate negli anni settanta per volontà dell’allora PCI) esisteva già e a me fu chiesto di entrare per dare una mano ad organizzare manifestazioni esterne alla libreria. Era il 1982, avevo solo 22 anni e forse conoscevo meglio le questioni amministrative dei libri.
Come pensi sia cambiato il lavoro del libraio negli ultimi 10 anni?
Sicuramente è aumentata la burocrazia e il lavoro d’ufficio: serve tanto più tempo per il controllo dei costi che sono letteralmente lievitati. Compresi quelli legati agli approvvigionamenti, alla distribuzione: la logistica insomma. Penso, però, che più che il lavoro del libraio siano cambiate le aspettative dei lettori. Internet, gli ebook, la grande distribuzione, ci “spingono” ad essere sempre più efficienti, ad utilizzare sempre più le tecnologie ma anche ad essere più “accoglienti”, a personalizzare il rapporto con il cliente, che è quanto più ci distingue dagli altri canali. In questo mestiere, oggi come dieci anni fa, vince l’attenzione al cliente.
So che è impossibile, ma se dovessi identificare un tuo cliente standard più o meno come lo descriveresti?
Infatti non c’è. Diciamo che è spesso simpaticamente disponibile alla “chiacchiera” e che è più spesso donna.E’ certo, però, che anche da noi non mancano certi “casi patologici” che tanto piacerebbero a Paolo Nori!
Qual è la soddisfazione maggiore che ti da il tuo lavoro?
Sicuramente quando si riesce a soddisfare la ricerca del cliente con un consiglio, un suggerimento, una parola, e il libro giusto, naturalmente.
Cos’è che ti fa davvero cascare le braccia?
La miopia e l’ottusa arroganza di certe politiche “scontistiche” che alcuni editori perseguono. Campagne che non hanno significativamente contribuito a far vendere di più, al contrario hanno fatto sballare tanti conti economici, soprattutto quelli delle librerie che, ricordiamolo, si reggono su uno “zero virgola” di margine netto. Comunque, da quando abbiamo deciso di non aderire più a campagne di questo tipo, salvo in rari casi, dove decidiamo con molta ponderazione, il mio fegato sta molto meglio.
La cosa più assurda che ti ha chiesto un cliente?
Un metro e quaranta di libri tutti alti uguali. Domanda facile da soddisfare ma abbastanza bizzarra. Oppure qualche studente che avrebbe voluto conoscere il riassunto verbale di un bignami. Ma a parte richieste, come dire, divertenti, qualsiasi domanda i clienti facciano vale la pena soffermarsi a pensare per capire, anche se ti chiedessero indicazioni per la stazione.
Il ricordo più bello della tua esperienza da libraio?
Il trasferimento della libreria in un locale molto più grande e centrale e l’inaugurazione della nostra seconda libreria. Recentemente un nuovo cliente che ci ha fatto i complimenti per l’assortimento di tanti editori “non facili da trovare in tutte le librerie”. Sicuramente una serie di incontri con scrittori ed editori. E poi la realizzazione del nostro piccolo festival, Viruslibro, che quest’anno ha raggiunto la nona edizione e che, oltre ad avere una gran bella partecipazione di pubblico, viene richiesto,ogni anno, a gran voce dai nostri clienti… E poi, e poi, e poi…
Pensi che la presenza della tua libreria apporti un miglioramento al tuo quartiere/ alla tua città? Perché?
Sì. Ogni città o quartiere dovrebbe avere almeno una libreria. Che sia un punto di incontro e di riprovo dove stare senza sentirsi estranei. Noi pensiamo di esserlo. Trattiamo anche lo scolastico, abbiamo una sezione di libri per la didattica e cerchiamo di avere il massimo dell’assortimento compatibile perché pensiamo che il primo servizio che possiamo dare ai cittadini sta nella possibilità di poter trovare – e anche di vedere prima di acquistare - i libri che si stanno cercando (ed anche quelli che non si sa di desiderare).
Cosa può dare in più una libreria indipendente che i negozi delle grandi catene non possono dare?
Questa è una domanda che farei volentieri ai lettori. Ogni libreria indipendente, in quanto tale, ha una propria caratteristica. Qualcosa di “unico” che è in sé un valore. Credo che più o meno in tutte quante prevalga il senso dell’accoglienza e della proposta, che sia una proposta di pochi libri ma ben selezionati oppure di un assortimento ampio ma con un occhio di riguardo per i cosiddetti piccoli editori.
Ti capita di contribuire, nel tuo piccolo, al successo di qualche libro?
Per forza! Nelle due librerie siamo in dodici libraie (tutte donne) e se un libro c’entra in testa….
Cosa ti spinge ad andare avanti in questa attività?
Non c’è un motivo solo. Io credo molto nella nostra forma societaria: siamo una cooperativa che oggi ha più di 800 soci. Ci lavoriamo in dodici, tutte socie/dipendenti. Ognuna diversa ma con un obbiettivo comune: continuare a far vivere la libreria consapevoli che è un lavoro duro ma che è anche il più bello del mondo!
Libreria Rinascita
Via Ridolfi 53
Via Sanzio, 199
EMPOLI
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