Ogni tanto mi capita di prendere l’autobus 73X, la linea diretta che collega il centro di Milano con l’aeroporto di Linate con una sola fermata intermedia. Quasi sempre assisto alla stessa scena: turisti carichi di valigie che arrivano un po’ spaesati chiedendo all’autista, in inglese, notizie sull’acquisto del biglietto. In tutti i casi in cui questo avviene l’autista in questione non parla la lingua, si limita quindi a ripetere “Ticket” e a indicare in modo vago verso i portici di Corso Europa accanto al capolinea del bus. Quello che intende far capire con quel gesto è che il biglietto si acquista all’edicola, che però è situata in una piazzetta a una cinquantina di metri dalla fermata e che da quella posizione risulta invisibile. A volte la questione viene risolta da altri viaggiatori che intervengono e fanno da interpreti, come è capitato anche a me di fare, altrimenti il risultato è sempre il medesimo: il turista confuso che cerca di capire cosa gli indichi quel braccio puntato e che comincia ad aggirarsi sotto i portici con l’ansia di riuscire a trovare il senso di questa assurda caccia al tesoro prima che il mezzo riparta. In genere non ce la fanno mai: fra il tempo di individuare l’edicola e quello per tornare indietro il bus è partito.
Durante le feste ho assistito a un’altra scena, questa volta in tram. Una coppia di pensionati tedeschi che dovevano aver fatto confusione coi biglietti e viaggiavano con un tagliando scaduto anche se avevano nel portafoglio altri biglietti ancora da timbrare che mostravano al controllore. I due, che parlavano un discreto inglese, cercavano di spiegare che dovevano aver sbagliato nel passaggio fra metropolitana e tram. Il controllore, una donna affabile che ha capito la situazione, voleva comunicare loro che avrebbero fatto meglio ad acquistare un biglietto giornaliero, così da timbrarlo una sola volta e non pensarci più. Dava loro questa informazione inutilmente in italiano, poi cercava di condensarla nel maccheronico tentativo di: “Ticket today”. L’espressione che stava cercando era “Daily ticket”, ma ignorandola ripeteva l’insensata formula di “Ticket today” nella speranza che producesse qualche senso mentre i due pensionati scuotevano la testa confusi.
Non si può pretendere che gli impiegati delle linee pubbliche si mettano a studiare una seconda lingua, ma quando avvengono questi fatti io mi chiedo sempre la stessa cosa: non sarebbe meglio per tutti se quattro nozioni basic gli fossero impartite? Lo dico anche nel loro interesse, per evitare questi momenti insensati e imbarazzanti in cui la comunicazione risulta impossibile e che si risolverebbero subito ripetendo una o due semplici formule. All’ATM nessuno ci ha mai pensato? In una città come Milano invasa dagli stranieri, anche solo per la faccenda moda?
Mi chiedo anche come possano gli stessi conducenti e controllori a non sentirne l’esigenza. Se io fossi un autista del 73X alla centocinquantesima volta che un turista mi chiedesse in inglese dove acquistare un biglietto imparerei la risposta a memoria anche solo per esasperazione, per togliermi questo fastidio. Questi guidatori avranno dei figli che studiano inglese a scuola? Non gli è mai venuto l’istinto di chiedergli: - Come cazzo si dice “All’edicola all’angolo”? -. Perché io al loro posto davvero non potrei farne a meno.
4 commenti:
visto che studiare una frase in inglese potrebbe risultare complicato , per persone che a mala pena conoscono l'italiano, forse l'ATM farebbe prima a stampare un foglio A4 con le indicazioni e appenderlo in ogni bus e tram, così si levano l'imbarazzo
Oppure scrivere un piccolo opuscolo, possibilmente in 4 lingue, con le medesime informazioni che potrebb'essere poi regalato al povero viaggiatore non italoparlante. O anche, se il costo di stampare migliaia di volantini fosse troppo alto, magari un bel cartellone in vista sul fianco del tram. Per conto mio, anche dopo 5 anni, trovavo il sistema (i sistemi) del biglietto in Italia un mistero da svelare nuovamente in ogni nuovo comune, con tanti di quegli incontri cross-culturali con i controllori, non sempre gentili con gli stranieri.... L’atteggiamento generale mi sembra sia: Se ci sono cose che non sai, salle o via, grande rompiscatole di un turista che non sei altro.
ma anche far acquistare i biglietti a bordo ;-)
e siamo pronti per l'expo, come no!
Rita
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