L'ultimo romanzo di Vanni Santoni è "Terra ignota" (Mondadori).
1 - Tutti soffrono del “blocco dello scrittore” prima o poi, ma ti è mai capitato il “blocco del lettore”? Se accade come ti comporti? Ti “abbassi” leggere qualcosa di più “leggero” o non leggi affatto?
Non mi accade. Leggo tutti i giorni, ovunque. Se sono proprio stanchissimo, rileggo vecchi fumetti.
2 - Che genere leggi di più (narrativa, saggistica, poesia)? Di solito leggi libri del genere che tu stesso scrivi? In cosa è differente la tua esperienza di lettura quando leggi qualcosa al di fuori del genere che scrivi?
Leggo di tutto, anche se la dieta è pesantemente sbilanciata sulla narrativa. Alterno classici e testi contemporanei, senza una regola ma seguendo vari percorsi mentali e di studio abbastanza estemporanei. Penso che a voler trovare un rapporto, sia qualcosa tipo 4:1.
In questo momento vengo da un periodo in cui leggevo moltissima poesia, e anche abbastanza “genere” dato che avevo da scrivere una saga fantasy. Per il lavoro su Terra ignota mi sono fatto anche una piccola biblioteca di medievalistica. Adesso che ho ripreso a scrivere romanzi di cosiddetta “literary fiction”, i libri fantastici e i saggi storici li ho mollati, mentre ho continuato con la poesia (leggo e rileggo Zanzotto e Sylvia Plath), anche se meno che negli ultimi anni. In linea generale però sono tornato nettamente alla narrativa, ho ricominciato a tappare un po’ di buchi nella mia preparazione di base – ad esempio ho cominciato Oblomov, che mi mancava – e a esplorare un po’ di autori nuovi, come Tom McCarthy, di cui avevo apprezzato il recente C e di cui quindi mi sono procurato Remainder (in Italia uscito come Déjà-vu).
Sulla saggistica mi muovo in modo più specifico, in genere prendo saggi su argomenti che in quel momento voglio approfondire, o saggi nuovi su temi che mi interessano da sempre. O ancora, appunto, testi su argomenti legati al romanzo che sto scrivendo. Nei mesi scorsi, mentre stavo lavorando a Muro di casse, un saggio in forma di romanzo ambientato nel mondo dei free party che uscirà il prossimo maggio, mi sono letto tutta la (peraltro scarna e piuttosto confusa) bibliografia italiana, inglese e anche un po’ francese sulla storia del movimento rave. In tutti questi casi però si tratta di un tipo di lettura più simile allo studio: in genere, se non ho voglia di leggere narrativa o poesia, vado a rileggere vecchi fumetti classici – Slam Dunk, Maus, Watchmen, la seconda e la terza serie di JoJo, tutti i lavori di Miguel Angel Martin, Carl Barks... Li avrò riletti mille volte – o leggo filosofia, i Pensieri di Pascal, le Ricerche di Wittgenstein, è roba su cui uno potrebbe stare all’infinito.
3 - Dove leggi di solito? A letto? In treno?
Precisamente a letto e in treno. Odio prendere la macchina proprio perché mi sembra tempo sottratto alla lettura. Ma in generale mi porto sempre un libro appresso, e se per caso non ne ho uno vado subito in sbattimento e cerco di comprarmelo il prima possibile.
4 - Leggi mai per “piacere proibito”?
Da ragazzino avevo un Le undicimila verghe di Apollinaire che avevo, mi sa, fregato alla Marzocco, dato che mi vergognavo ad acquistarlo. Era piuttosto eccitante. Ovviamente non capivo minimamente che si trattava in realtà di una parodia di libri erotici dei secoli precedenti.
Se invece intendi se leggo cazzate, quello è più difficile, tendo a evitare programmaticamente la paccottiglia letteraria, al massimo la sbircio in libreria.
5 - Leggi narrativa per ragazzi (Young Adult)? Leggi narrativa di genere?
Quando ho cominciato a lavorare a Terra ignota, due anni fa, oltre che sul medioevo mi sono fatto una cultura sulla narrativa fantastica per ragazzi, anche se poi è venuto fuori un fantasy più per adulti, credo. Mi sono letto Le cronache di Narnia e Harry Potter e Queste oscure materie di Philip Pullman, che ho peraltro molto apprezzato. Gialli o noir ne leggo, ma solo quelli per così dire “sicuri”, i classici del genere. Idem per la fantascienza.
6 - Tendi a leggere libri più brevi o lunghi?
Non faccio distinzioni, anche se come libro “principale” (vedi risposta #8) mi piace avere un romanzo lungo. Leggo velocemente, con un libro breve rischierei di finirlo mentre sono in giro, cosa che mi costringerebbe ad andare in libreria, o in paranoia se non ci fossero librerie nei dintorni.
7 - Quando finisci un libro quanto aspetti prima di cominciarne un altro?
Non c’è un vero periodo di transizione perché leggo più libri in contemporanea e ne inserisco continuamente di nuovi nel mucchio. Quando vado in libreria ne compro sempre una quantità esagerata, poi la maggior parte li metto negli scaffali, e alcuni, quelli che mi incuriosiscono di più sul momento, nel mucchio di quelli in lettura.
8 - Leggi più libri contemporaneamente?
In genere leggo una decina-quindicina di libri in contemporanea, ma sempre con uno che “tira il gruppo”, quello diciamo principale, che di solito è un romanzo lungo, ed è quello che mi porto in giro. Gli altri li scartabello o li leggo quando sono stanco del principale. Quando finisco il principale, tocca a un altro che sto già leggendo, o a uno che ho in scaffale, prendere la sua posizione, e così via, mentre intanto continuo ad alimentare il mucchio.
9 - Leggi con una matita in mano (cioè, prendi appunti a margine delle pagine o da qualche parte)? È importante se lo stai leggendo per recensirlo?
No. Quando trovo parti che mi interessano particolarmente per il loro contenuto specifico, faccio un’orecchia alla pagina. Poi, a libro finito, ripercorro le orecchie e trascrivo in un quaderno i passaggi che mi interessavano.
10 - Se scrivi recensioni/sei un critico leggi il volume più volte prima di sottoporre la recensione? Cominci a scriverla prima di aver finito il libro?
Non faccio moltissime recensioni; quando ne faccio, prima di cominciare a scrivere finisco il libro, ma mentre lo leggo prendo appunti (molto sintetici) in un quaderno a parte.
11 - Come decidi cosa leggere dopo? Tieni conto del fattore diversità quando scegli che libro leggere? (es. cerchi di non leggere solo libri scritti da maschi bianchi?)
Sì, quando vado in libreria ne tengo conto, anzi cerco in ogni modo di combattere il sessismo e la monocultura nel mio parco libri. Le decisioni specifiche di lettura, poi, sono figlie di tante dinamiche, di studio, di gusto, di fittonate momentanee per questo o quell’autore o autrice, e avvengono, come detto, in una sorta di doppia selezione, prima l’acquisto a blocchi, poi il filtraggio nel “mucchio lettura” di alcuni dei libri accumulati.
12 - Quanto è importante per te leggere i libri che sembra che tutti stiano leggendo (il primo in classifica, il vincitore dell’ultimo premio, ecc.)? Leggi libri recenti o più spesso libri vecchi?
Non molto e dato che leggo più classici che contemporanea leggo sicuramente più libri vecchi. Quando mi viene la curiosità per il “libro sulla bocca di tutti”, vado in libreria e me ne leggo un po’ lì. In genere basta per non comprarlo, ma a volte ci sono anche belle sorprese, come due anni fa con Limonov.
13 - Cosa stai leggendo in questo momento? Qual è il tuo libro preferito fra quelli che hai letto ultimamente?
Oltre ai citati Oblomov di Gončaròv e Déjà-vu di McCarthy, sto leggendo La rovina di Kasch di Roberto Calasso, Are you experienced – how psychedelic consciousness transformed modern art di Ken Johnson, Henry & June di Anaïs Nin, La più grande balena morta della Lombardia di Aldo Nove, Beloved di Toni Morrison, Spazi, forme, colori di Massimo Carrà, La voce delle onde di Yukio Mishima, la raccolta Poeti americani 1950-1956 curata da Roberto Sanesi, La place de l’étoile di Patrick Modiano. Tra ciò che ho letto di recente ho apprezzato molto Trittico di Jonathan Littel e Uno scontro accidentale sulla strada per andare a scuola può portare a un bacio? di Shintaro Kago.
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