L'ultimo romanzo di Marco Lazzarotto è "Il ministero della bellezza" (Indiana).
1 - Tutti soffrono del “blocco dello scrittore” prima o poi, ma ti è mai capitato il “blocco del lettore”? Se accade come ti comporti? Ti “abbassi” leggere qualcosa di più “leggero” o non leggi affatto?
Ahimè, il 2014 passerà alla (mia) storia come l’anno in cui ho abbandonato più libri. Ma non credo sia colpa dei romanzi in sé ‒ tra i quali c’era l’ultimo Lethem, che attendevo con un certo interesse ‒, quanto più di una forma di stanchezza, dovuta al fatto che per tutto il giorno lavoro su libri altrui e che nel tempo rimanente lavoro ai miei. Per spiegarmi meglio, l’esempio perfetto mi viene fornito da Friends: nel penultimo episodio della prima stagione, Rachel sta flirtando con un ginecologo, ma lui rivela di avere dei problemi nelle relazioni sentimentali a causa del suo mestiere. Le chiede che cosa fa (al momento Rachel è cameriera al Central Perk) e poi le dice: «Non ti capita, alle volte, quando torni a casa distrutta dal lavoro di pensare: “Se vedo solo un’altra tazza di caffè…”» «Capisco» conclude Rachel.
In genere, quando ho il «blocco del lettore» passo a qualcos’altro, ma il rischio è di inanellare un blocco dietro l’altro. Tempo fa avevo un rimedio per uscire dai periodi di crisi di lettura: Joe R. Lansdale. I romanzi della serie di Hap e Leonard erano una specie di cura per rimettersi in carreggiata con le letture. Solo che dopo averli letti tutti…
2 - Che genere leggi di più (narrativa, saggistica, poesia)? Di solito leggi libri del genere che tu stesso scrivi? In cosa è differente la tua esperienza di lettura quando leggi qualcosa al di fuori del genere che scrivi?
Leggo più che altro narrativa. Niente poesia. Talvolta saggistica: storia, attualità, cinema, musica… Mi interessa molto la saggistica legata al «mestiere di raccontare storie», e quindi manuali di scrittura creativa e sceneggiatura.
Sì, cerco sempre letture affini a quello che scrivo (ad esempio, quest’anno ho trovato Dieci dicembre di George Saunders e Movimento per la disperazione di Tommaso Pellizzari), ma in genere sono convinto che qualunque lettura sia «utile». Non riesco proprio a scindere la scrittura dalle altre cose che faccio ‒ figurarsi quindi dalla scrittura ‒, è una specie di programma che funziona in background.
3 - Dove leggi di solito? A letto? In treno?
Leggo dappertutto. Certo, la condizione migliore sarebbe la sera, seduto sulla mia poltrona Poäng, ma spesso è un lusso che non mi posso permettere. E quindi: in coda dal medico, alla posta, sulla metro, a pranzo, prima di un esame del sangue ecc. ecc. Mi piace molto leggere in bagno, dove ho un piccolo raccoglitore con alcuni libri da consultare (ok, non rivelerò gli autori, ma comunque non devono sentirsi affatto offesi, anzi). E poi sì, adoro leggere in treno. Talvolta impiego più tempo e cura a decidere cosa portarmi da leggere durante il viaggio che a preparare la valigia.
4 - Leggi mai per “piacere proibito”?
No.
5 - Leggi narrativa per ragazzi (Young Adult)? Leggi narrativa di genere?
Non leggo narrativa per ragazzi, anche se mi sono capitate tra le mani delle cose di Scott Westerfeld, come la trilogia di Leviathan, che mi sono piaciute molto. Sono stato un grande lettore di fantascienza ‒ per alcuni anni ho letto solo fantascienza ‒ e nonostante negli ultimi dieci anni i miei gusti e interessi si siano un po’ spostati, è un genere che continuo a frequentare, perché è vastissimo, e poi i classici che devo ancora scoprire sono tantissimi.
6 - Tendi a leggere libri più brevi o lunghi?
Vista la mia situazione (vedi domanda 1) durante l’anno preferisco leggere romanzi che non superino le trecento pagine. I libri davvero lunghi li tengo per l’estate. Comunque mi sto rendendo conto che il numero di pagine è un fattore discriminante.
7 - Quando finisci un libro quanto aspetti prima di cominciarne un altro?
Ne comincio subito un altro: il più delle volte so già cosa voglio leggere ancor prima di aver finito quello che sto leggendo.
8 - Leggi più libri contemporaneamente?
Non riesco. Se lo faccio, uno prende il sopravvento e gli altri finiscono abbandonati.
9 - Leggi con una matita in mano (cioè, prendi appunti a margine delle pagine o da qualche parte)? È importante se lo stai leggendo per recensirlo?
Mi piace sottolineare, anche se, essendo un po’ feticista dell’oggetto-libro, una volta letto mi piace riporlo nella libreria intonso, come se non fosse mai stato aperto (che si sappia: detesto le pieghe sulla costa). Da questo punto di vista l’e-reader è molto comodo: ti permette di evidenziare i testi e di avere una sorta di sommario di tutte le parti evidenziate.
Oppure riempio i libri di post-it. Una volta avevo anche la bella abitudine di ricopiare a mano su un quadernetto i passaggi che mi avevano colpito, e proprio il fatto di ricopiarli a mano mi aiutava a comprenderli meglio (soprattutto nella forma), a farli più miei.
10 - Se scrivi recensioni/sei un critico leggi il volume più volte prima di sottoporre la recensione? Cominci a scriverla prima di aver finito il libro?
Non scrivo recensioni.
11 - Come decidi cosa leggere dopo? Tieni conto del fattore diversità quando scegli che libro leggere? (es. cerchi di non leggere solo libri scritti da maschi bianchi?)
In genere sono molto sensibile agli stimoli esterni ‒ consigli di amici o di librai, recensioni captate su Facebook ecc. ‒ o al mood del momento, anche se, di sottofondo, c’è sempre, inevitabilmente, il romanzo che sto scrivendo. Non posso ignorarlo. Resta il fatto che non ho mai un vero e proprio «programma». Ho imparato una cosa, però: mai leggere due libri di fila dello stesso autore, specialmente se è una «nuova scoperta». Non so perché, ma il secondo ‒ a prescindere dalla sua qualità ‒ mi risulta sempre meno interessante, più faticoso da leggere, e ci vedo spesso amplificati i (pochi) difetti del precedente.
12 - Quanto è importante per te leggere i libri che sembra che tutti stiano leggendo (il primo in classifica, il vincitore dell’ultimo premio, ecc.)? Leggi libri recenti o più spesso libri vecchi?
In genere scelgo le mie letture in base a 1) l’autore; 2) la storia che il libro racconta; 3) le prime righe del testo. Se è un autore che già conosco e mi piace, tendo a fidarmi, e se anche i punti 2 e 3 non mi convincono, lo leggo lo stesso. Se non conosco l’autore, il punto 2 è molto importante, ma la prova del nove è il 3, nel senso che deve convincermi anche la scrittura, e credo molto nell’incipit come una sorta di «carotaggio» dell’intero testo. Questo per dire che non ha molta importanza se il libro è in testa alle classifiche o è finalista a qualche premio prestigioso. Davvero, quello che importa è il punto 2, che deve essere rafforzato dal 3. Chiaro, no?
13 - Cosa stai leggendo in questo momento? Qual è il tuo libro preferito fra quelli che hai letto ultimamente?
Ho appena terminato Un ragazzo di Nick Hornby, un po’ per piacere ‒ è un autore che ingiustamente ho trascurato a lungo ‒ e un po’ perché mi è utile per il romanzo che sto scrivendo, e ho iniziato Il cerchio di Dave Eggers, ma questo solo per i temi condivisi con il testo a cui sto lavorando ‒ non ho mai nutrito grande simpatia per Eggers.
Il libro che ho più amato tra quelli letti ultimamente è turco, è uscito originariamente nei primi anni Sessanta, e solo di recente è stato tradotto in Italia: si tratta di L’Istituto per la Regolazione degli Orologi di Ahmet Hamdi Tanpinar, un’opera meravigliosa, divertentissima, che mi ha fornito l’idea esatta di cosa dovrebbe essere un romanzo.
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